V3Day, Grillo attacca Napolitano e UE: “Chiederemo l’impeachment. Referendum per uscire dall’euro”

Pubblicato il 1 Dicembre 2013 alle 19:16 Autore: Lorenzo Cini
Grillo

V3Day, Grillo attacca Napolitano e UE: “Chiederemo l’impeachment. Referendum per uscire dall’euro”

Giorgio Napolitano, l’Unione Europea, i partiti italiani. Sono questi i principali bersagli contro cui si è scagliato Beppe Grillo nel corso del terzo Vaffa-Day, il primo da quando il Movimento 5 Stelle è entrato nelle istituzioni, andato in scena a Genova, la città dove l’ex comico è nato e cresciuto.

“Siamo in una piazza che si chiama Vittoria, non è un caso”. Esordisce così Grillo, che cita subito Sandro Pertini: “se fosse vivo verrebbe qui a parlare anche lui”. Dopodiché arriva puntuale l’attacco a un altro Presidente della Repubblica, quello attualmente in carica. “Abbiamo pronto l’impeachment per Napolitano – ha annunciato – se ne deve andare”. Grillo ha ripercorso alcune delle gesta più discusse del Capo dello Stato, dall’ordine di distruggere le intercettazioni tra lui e Mancino alla rielezione per il secondo mandato. “Almeno tre o quattro volte ha agito al di là dalla costituzione” ha dichiarato ai microfoni di La7.

Ma il tema a cui Grillo ha dedicato più tempo e attenzione è stato quello dell’euro, anche in vista delle elezioni europee che si terranno nel 2014. “Vogliamo un referendum per rimanere o uscire dall’euro – annuncia – ci hanno truffato, ci siamo trovati dentro l’euro senza poter dire nulla. Io non sono contro l’Europa, ma voglio che il popolo sia informato”. A questo proposito il leader del M5S ha lanciato sette proposte da avanzare in sede europea, tra cui l’abolizione del pareggio di bilancio e l’introduzione degli eurobond, anche se lui stesso ammette che “non li accetteranno mai”.

Nel mirino di Grillo anche i partiti che, nonostante il referendum del 1993 per l’abolizione del finanziamento pubblico, lo hanno reintrodotto sotto forma di rimborsi elettorali. Grillo parla anche di privatizzazioni, citando il caso Telecom, energia e riforma elettorale, con un appello finale affinché i giovani non lascino il paese.

I militanti M5s a Genova

I militanti M5s a Genova

Sebbene i toni di Grillo siano come di consueto diretti e violenti – “sono un populista arrabbiato” – l’impressione è che questa volta l’obiettivo sia non solo distruggere, ma anche proporre. In questo senso, se già il nome dato alla manifestazione era un indizio (non più solo ‘vaffa’, ma anche andare ‘oltre’), gli ospiti che vi hanno preso parte hanno confermato questa strategia comunicativa.

A salire sul palco o ad intervenire con videomessaggi sono stati in tanti: professori universitari, un rappresentante di Occupy Wall Street e persino Gianroberto Casaleggio, solitamente restio ad apparire in pubblico.  “Il potere deve tornare al popolo, le istituzioni devono servire il popolo e non possono essere al di sopra del popolo” ha affermato il ‘guru’ del M5S, aggiungendo che “l’Italia non è una democrazia”.  È mancato invece il contributo di Julian Assange, che aveva annunciato la sua partecipazione con un videomessaggio, ma per ragioni di sicurezza ha preferito rinunciare.

Come da scaletta, invece, a concludere il V-Day è stato Dario Fo. Il premio Nobel ha tenuto un lungo discorso nel quale si è scagliato contro il mondo della finanza, colpevole di una crisi che a pagare sono “i disoccupati, le donne e i giovani”, ma anche contro i politici che “sempre meno hanno ritenuto importante investire in sapere”. “Quando un governo deve nominare un ministro alla cultura – ha detto – sceglie sempre un incapace, personaggi di scarto che non si saprebbe dove mettere”.

Lorenzo Cini