Il tweet di Justine Sacco, ovvero come farsi licenziare a tempo di record

Pubblicato il 3 Gennaio 2014 alle 16:26 Autore: Nadia Ruggiero

Il tweet di Justine Sacco, ovvero come farsi licenziare a tempo di record

In un periodo in cui si fa fatica a guadagnare un posto di lavoro, c’è anche chi riesce a perderlo… a velocità supersonica! È il caso di Justine Sacco, ex responsabile comunicazione dell’azienda americana IAC (InterActiveCorp). E “supersonica” non è solo un modo di dire, visto che la bionda top manager, imbarcandosi alla volta del Sudafrica, il 20 dicembre scorso postava su Twitter parole talmente infelici che l’azienda per la quale lavorava decideva di licenziarla mentre era ancora  in volo!

Going to Africa. Hope I don’t get AIDS. Just kidding. I’m white!” (“Sto andando in Africa. Spero di non prendere l’AIDS. Sto scherzando. Sono bianca!”). Mentre la Sacco volava ignara delle conseguenze del tweet pubblicato poco prima, il post incriminato faceva il giro del web e in Rete scoppiava un autentico putiferio. Gli hashtag “#HasJustineLandedYet” (“E’ già atterrata Justine”), “AIDS” e “IAC” diventavano più popolari di “Christmas”.

Di fronte a una pioggia di commenti e accuse di razzismo, la IAC – società newyorkese che possiede, tra gli altri, BlackPeopleMeet.com, un sito di incontri per afroamericani – ha immediatamente preso le distanze dall’affermazione della propria dipendente, annunciando che quanto dichiarato dalla Sacco non rispecchiava in alcun modo i valori dell’azienda e che la stessa avrebbe adottato seri provvedimenti a riguardo.

racist

E infatti, non appena sbarcata in Sudafrica, dopo un volo di 11 ore a bordo della British Airways, la Sacco ha scoperto di essere stata licenziata ed è corsa a chiedere scusa: “Hey guys, just landed in South Africa. I sincerely apologize for my ignorant tweet and hope you guys can forgive me” (“Ehi ragazzi, appena atterrata in Sudafrica. Chiedo sinceramente scusa per il mio tweet ignorante e spero possiate perdonarmi”). E prosegue dicendo che voleva fare una battuta, ma questa le si era ritorta contro.

Il messaggio di scuse è arrivato attraverso un nuovo account Twitter, poiché quello vecchio è sparito insieme al post offensivo e al profilo Facebook dell’ex pr. Non così in fretta, però, da impedire al New York Times – che ha trattato il caso insieme ad altri giornali di fama internazionale – di indagare e scoprire una serie di post discutibili pubblicati dalla Sacco in altre circostanze, mentre anche gli screenshot dell’intera vicenda si erano ormai diffusi in modo virale.

Estrema leggerezza o atteggiamento razzista, cosa si nasconde dietro a tanto cattivo gusto? Chi può dirlo, in fondo quello di Justine Sacco è stato un processo senza la presenza dell’unico imputato. Quel che è certo è che la Rete non perdona. Soprattutto chi fa della comunicazione il proprio pane quotidiano. È come chiedere a un fachiro di maneggiare il fuoco senza usare i trucchi del mestiere. Bruciarsi è inevitabile.

L'autore: Nadia Ruggiero

Di origini campane, si è specializzata in Mass Media e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e ha conseguito il master Social Media Marketing & Digital Communication alla IULM di Milano. Giornalista pubblicista iscritta all'Albo, per la testata online Termometro Politico ha inaugurato le rubriche culturali e contribuito alla redazione di numerosi articoli. Come addetta stampa ha curato una campagna di comunicazione per il lancio di un progetto musicale basato sul crowdfunding. Vive e lavora a Bologna.
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