Il M5S visto dal filosofo Fusaro

Pubblicato il 21 Febbraio 2014 alle 19:11 Autore: Marco Caffarello

In un articolo pubblicato per Lo Spiffero mercoledì 19 febbraio, il filosofo della storia Diego Fusaro esprime il suo pensiero intorno ad uno dei fenomeni politici più ‘autorevoli’ degli ultimi anni, quello del Movimento Cinque Stelle, M5S.

Nello stesso giorno in cui il neo incaricato primo ministro Matteo Renzi si incontrava in diretta streaming con il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, dando luogo ad uno dei dibattiti politici più intensi che nella storia della politica italiana si abbia mai avuto modo di vedere ( da non confondere con ‘l’anima bella’ dei talk show televisivi), i cui postumi sono ancora tutti da valutare e decifrare, sebbene già lascino intravedere, per usare un eufemismo, che il lavoro tra i due sarà tutt’altro che di collaborazione, il filosofo della storia Diego Fusaro, conosciuto ai più per alcune sue opere di successo, come ‘Bentornato Marx‘, e ‘Minima Mercatalia‘, nonché per le sue partecipazioni in trasmissioni televisive ed ultimamente anche per alcuni lavori editoriali presso le testate giornalistiche più importanti della Nazione, ha pubblicato per lo Spiffero, un sito indipendente, alcuni suoi appunti intorno al M5S, indicandone questa volta più i punti a suo favore, che di demerito. Sebbene il filosofo prenda subito le opportune distanze da un qualsiasi giudizio esaustivo e da una qualsiasi interpretazione che possa esser intesa da un lettore come ‘un atto di fedeltà’ nei confronti del variopinto e complesso movimento di Beppe Grillo, da subito emergono tuttavia le positività e i vantaggi che un movimento come quello del M5S, per le sue peculiari caratteristiche, ha saputo apportare agli ambienti un po’ annoiati della politica. Così infatti si legge dall’incipit: E, tuttavia, non mi pare fuori luogo svolgere alcune considerazioni, senza alcuna pretesa di esaustività, sia chiaro, intorno a questo movimento che, a torto o a ragione, ha saputo rappresentare meglio di ogni altro, nell’ultimo decennio, una novità nel modo di intendere e di praticare la politica”. Come a dire, bisogna dare storicamente atto al M5S, dunque senza doverne necessariamente condividere le idee, il merito di aver cambiato volto alla politica italiana, sia nella propaganda, cambiandone il linguaggio e il ‘target’, sia nella sua organizzazione, ora più che mai sfilacciata dalla centralità dei partiti. Non a caso il ‘dissenso’, e in certi casi il vero allarmismo, che il M5S sta generando tra i blandi salotti della politica bene romana, è una delle note più liete per il filosofo di Milano, che a tal riguardo così commenta:” l’odio organizzato e ubiquitario verso il movimento di Beppe Grillo, lo si ritrova a ogni gradazione politica, presso il clero giornalistico (che parla di tutto e non crede in nulla) e in ogni prestazione dell’industria culturale (particolarmente fastidioso, come sempre, lo starnazzamento semicolto del PD, che, non l’ho mai nascosto, rappresenta per me quanto di più osceno vi sia in circolazione d trent’anni a questa parte). Ora, nel mondo della falsità organizzata, della “notte del mondo” (Heidegger) e del “regno animale dello spirito” (Hegel), deve essere oggetto d’attenzione il fatto che una forza politica sia bersagliata da tutte (lo sottolineo: tutte!) le altre e sia, per così dire, il nemico universale contro cui tutti convergono. Non si può, certo dire, che il Movimento Cinque Stelle sia nel vero perché è attaccato da tutte le potenze del falso (potrebbe esso stesso essere falso), ma è un argomento su cui occorre riflettere con serietà. Perché, in altre parole, tanto accanimento da parte di tutti contro Grillo?”

Come a dire: sia mai che il M5S, come tanta letteratura racconta, così come molto spesso insegna la nostra esperienza personale, sia additato da tutti come ‘nuovo fascismo‘ proprio per il fatto che rappresenta il nuovo e dice il ‘vero’, sebbene da una prospettiva ben definita, solo perchè in realtà fa paura?

Ed è questo infatti il punto che Fusaro analizza poi successivamente; proprio perchè il M5S ha, per quanto se ne possa dire, spezzato storicamente la dicotomia destra-sinistra, ha nello stesso tempo rivelato la sostanziale complicità delle loro posizioni, la ‘falsa contrapposizione’ bipolare che come tale rappresenta il miglior caveau possibile per il mantenimento immutabile dello Status Quo. Così è infatti poi detto:” Il secondo punto, questo incondizionatamente positivo, sta nel fatto che il Movimento Cinque Stelle ha fecondamente abbandonato la dicotomia destra-sinistra. Di più, ha capito perfettamente la vera natura di destra e sinistra come opposti che dicono in maniera antitetica la stessa cosa, contribuendo a nasconderla dietro il finto pluralismo. Oggi la dicotomia destra-sinistra esiste solo come protesi ideologica di santificazione apologetica dell’esistente: l’opposizione tra una destra e una sinistra che, dietro l’apparente contrapposizione, veicolano la stessa visione del mondo contribuisce a rendere indecifrabile l’essenza del nostro tempo.

Ne consegue per deduzione che il M5S rappresenta la sola e reale alternativa politica oggi in essere, una condizione di libertà rispetto ai suoi ‘competitor’ che si evince anche dalle sue idee riguardo ai poteri forti di Bruxelles e all’adozione della moneta unica. Rispetto infatti a Renzi e al Pd, e rispetto a Berlusconi (sebbene il cavaliere ad onor del vero negli ultimi anni ha cambiato decisamente registro nei confronti dell’Euro, e sopratutto della Germania), Grillo e il M5S hanno sempre sin dall’inizio sostenuto l’uscita dell’Italia dalla zona euro, definendola per quella che è, ‘una dittatura della moneta‘. A tal riguardo così infatti si esprime Fusaro:” Proprio in forza del fatto che è esterno alla dicotomia destra-sinistra, Grillo ha saputo, da subito, porre all’ordine del giorno l’uscita dell’Italia dall’euro. Per questo, merita rispetto e attenzione, rivelandosi di gran lunga superiore a tutti i pagliacci del coro artatamente manipolato della destra e della sinistra”, che poi così conclude, “il fatto che Grillo soltanto, in tutta la stultifera navis della politica italiana, sia riuscito a dire la vera cosa importante oggi, ossia la necessità di uscire dall’euro, fa di lui e del suo movimento una realtà che non solo non può essere ignorata, ma che di più deve essere riconosciuta nella sua superiorità rispetto a tutte le altre di questo paese immerso nel sole e nel debito.”