Decisione Consulta sulle pensioni: la Commissione consente al governo spazi di manovra

Pubblicato il 12 Maggio 2015 alle 14:39 Autore: Riccardo Bravin
una dozzina di bandiere dell'Unione sventola di fronte alla sede della Commissione Europea a Bruxelles

Arrivano i rinforzi in favore del governo e la sentenza della Corte Costituzionale che abolendo la “riforma Fornero” sulle pensioni aveva gettato scompiglio nei conti dello Stato ora sembra fare meno paura.
La cura non sarà in ogni caso indolore ed il “tesoretto” da 1,6 dovrà comunque essere interamente destinato a sanare il buco creatosi, ma il salasso per lo stato potrebbe ridimensionarsi notevolmente e passare dai 16 miliardi previsti a “solo” 4 miliardi.
La soluzione per far fronte al conto da pagare è, come annunciato dal ministro Pier Carlo Padoan, quella ipotizzata fin dall’inizio:
modificare la riforma Fornero e basare il blocco delle rivalutazioni, sia per il passato che per il futuro, su una distinzione data dalle fasce di reddito per poter restituire di meno per le pensioni più alte.

Le Critiche di Cassese alla decsione della Consulta

Ma questa nuova soluzione trova ora l’autorevole appoggio del costituzionalista Sabino Cassese. Il giudice emerito della Corte Costituzionale infatti, intervistato dal Messaggero proprio in relazione alla decsione della Consulta sulle pensioni, pur non volendo affatto sminuire il ruolo dei Giudici:” La Corte è il tutore di diritti costituzionali” rileva un importante argomento giuridico non tenuto in considerazione nella decisione: “ Nella Costituzione c’è però anche l’art. 81 che impone di considerare il bilancio. Ogni volta che la Consulta interviene su un diritto che comporti l’uso di risorse pubbliche, deve preoccuparsi del bilancio. Primo perchè nessuna legge può introdurre nuove spese senza indicare la fonte, secondo perchè la torta è quella e concedere a qualcuno significa sottrarre a qualcun altro”. Per il giurista ci sarebbero dei precedenti della Consulta in tal senso e la Corte Costituzionale avrebbe dovuto per questo tener in maggior considerazione i conti dello Stato: “ se i soldi vanno da una parte, non possono andare dall’altra. Nessun governo li trova sotto il mattone”.

Sabino Cassese, pensioni, commissione europea

Pensioni, la Commissione Europea benevola nei confronti del governo

Ma per poter ritagliare un ulteriore spazio di intervento, il governo potrebbe sfruttare sopratutto l’assist offerto da Bruxelles:
domani infatti verranno approvate dai Commissari le raccomandazioni vincolanti per gli stati membri e l’esecutivo comunitario ha fatto sapere di voler monitorare che l’effetto dello sblocco degli adeguamenti pensionistici consenta all’Italia di poter restare al di sotto della soglia del 3% di deficit potendo rimandare il pareggio di bilancio al 2017.
Calcolando che il deficit di quest’anno sarà previsto al 2,6%, l’esecutivo avrebbe la possibilità di sfruttare due decimi di punto per una manovra.
Sul fronte interno tuttavia il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti, fra i più agguerriti detrattori della decisione della Consulta, chiede all’esecutivo di non trincerarsi dietro i problemi di bilancio e di giustificare la possibile mancata restituzione degli scatti pensionistici: “non perché ce lo chiede l’Ue o per non sforare il 3% ma perché se abbiamo chiesto sacrifici enormi ai non pensionati non possiamo non chiederne anche ai pensionati”.

Pensioni, si aprono a Napoli le “giornate della previdenza”

Intanto sono partite a Napoli le “giornate della Previdenza” ovvero una serie di incontri aventi ad oggetto il tema delle pensioni. Tito Boeri, alla cerimonia inaugurale ha parlato delle innovazioni introdotte dall’operazione trasparenza dell’istituto previdenziale, denominata “busta arancione”.
Boeri ha spiegato come dal primo maggio sia possibile per i contribuenti ottenere online una previsione sul proprio futuro contenuto pensionistico e verificare come questo possa cambiare al variare di fattori come la perdita del posto di lavoro o l’aumento di salario.
Boeri ha voluto sfatare il luogo comune secondo il quale i contributi previdenziali siano una sorta di tassa sui redditi, precisando che i prelievi “in un sistema contributivo rappresentano una forma di risparmio, di consumo differito, rimandato nel tempo”.
Tuttavia la manifestazione non è stata molto gradita da alcuni esponenti del sindacato di base, che hanno duramente contestato sia Tito Boeri che il ministro del lavoro Giuliano Poletti. I manifestanti non hanno gradito la presenza al convegno di banche e assicurazioni e una decina di contestatori è riuscita a salire sul palco per chiedere la cessazione di questo tipo di previdenza, a loro avviso penalizzante per lavoratori e disoccupati del sud. I contestatori sono stati accolti dall’imbarazzo degli organizzatori ma dall’applauso degli spettatori.

Pensioni, la protesta della Lega

Il leader della Lega, Salvini, entra al ministero dell’Economia. Dal balcone al primo piano fa il segno di vittoria e mostra cartelli con slogan come: “Giù le mani dalle pensioni”, “Ladri di pensioni” e “Restituite il malloppo”. Cosa fare per risolvere la questione pensioni? “Soldi a tutti con una lettera di scuse”. “I soldi si possono trovare”, dice proponendo di tassare la prostituzione, di ridurre le tasse al 15% e “applicare la spending review”. Salvini forse incontrerà Morando.Sit-in della Lega in attesa di “risposte”.