I lavoratori autonomi, un record italiano in Europa

Pubblicato il 12 Maggio 2014 alle 10:15 Autore: Gianni Balduzzi

Sono il popolo della Partita Iva, oppure delle finte partite Iva sfruttate o i professionisti che hanno visto i redditi aumentare più della media fino alla crisi e poi ridursi di numero dopo, avendola subita più degli altri. In pochi Paesi come l’Italia sono protagonisti del sistema economico

Accusati di evasione fiscale, oppure additati come le principali vittime della crisi, è forse poco conosciuto il loro peso nell’economia.

Nella seguente mappa vediamo quanti sono il lavoratori autonomi sul totale degli occupati in Europa:

L’Italia dopo la Grecia è il Paese in cui rappresentano la quota maggiore, con il 23,2%, più che in Spagna e in Portogallo, i Paesi che più si avvicinano ai dati italiani. In Grecia sono addirittura il 31,8%.

Certamente vi è stata un’influenza della crisi economica, dell’utilizzo della collaborazione a partita IVA fittizia in sostituzione di un normale rapporto dipendente. infatti secondo le statistiche aggiornate al 2013, i lavoratori autonomi sono in tutta Italia oltre 670 mila, di cui 569mila (cioè l’84% circa) lavorano in regime di mono-committenza, cioè per una sola azienda, e questo dice molto.

Se guardiamo tuttavia il seguente grafico che rappresenta la variazione, fatto 100 al 2007, dei lavoratori autonomi in diversi Paesi europei, vediamo che c’è stata anzi una diminuzione.

autonomi

La diminuzione dei lavoratori autonomi è in linea con la diminuzione dei lavoratori tout court, come in Spagna, dove è stata anche molto più forte.

Gli altri Paesi meno colpiti dalla crisi hanno visto invece un aumento delle corrispettive partite IVA, e anzi in Francia sembra che l’aumento sia stato anche maggiore del trend degli occupati totali.

Tornando quindi alla mappa dell’Europa, incrociandola col trend che abbiamo visto, negativo, appare proprio che la situazione del grande peso degli autonomi sia antica e strutturale.

E allora viene spontaneo osservare sulla mappa che, tranne poche eccezioni all’Est, pare esseci una decisa correlazione tra basso reddito pro-capite, o meglio ancora, una situazione di crisi economica negli ultimi anni, e alta concentrazione di lavoratori autonomi.

Sono il PIIGS, Portogallo, Italia, Irlanda, Gecia, Spagna, i Paesi con più partite IVA, più del doppio che in Germania o nel Benelux, o in Scandinavia. E allora viene da chiedersi se la retorica del “piccolo è bello”, del lavoratore come “imprenditor di se stesso”, del “meglio mettersi in proprio piuttosto che stare sotto padrone”, sia veramente stata vincente, oppure non sia vero che invece proprio una struttura economica basata su aziende più grandi, con ammortizzatori naturali di fronte alle crisi, con una massa critica capace di generare ricerca e investimenti, sia il modello vincente.

Oppure appare evidente come servizi come idraulici, avvocati, dentisti, gestiti da aziende franchisor con il professionista che diventa un franchisee se non un dipendente, siano garanzia di minori fallimenti e maggiori efficienze.

Ma è una battaglia da combattere contro l’individualismo italico.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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