Rinnovo contratto statali e scuola: aumento stipendi, incontro sindacati-Aran

Pubblicato il 15 Luglio 2017 alle 14:03 Autore: Guglielmo Sano
rinnovo contratto statali

Rinnovo contratto statali e scuola: aumento stipendi, incontro sindacati-Aran

Una storia, a tratti tragicomica, che ormai dura da 8 anni quella del rinnovo del contratto dei dipendenti statali. La svolta nel 2015, quando la Consulta ha dichiarato incostituzionale il blocco all’aumento degli stipendi del pubblico impiego voluto dal Governo Monti.

Adesso, trapela l’ottimismo di Aran e sindacati in vista del prossimo incontro previsto per il 19 luglio. Parallelamente, il ministro Madia continua a ribadire che la trattativa potrebbe chiudersi definitivamente in autunno, forse, già ad ottobre.

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Pare che in cima alla scaletta del prossimo incontro tra l’agenzia negoziale e le sigle sindacali ci sia, innanzitutto, la questione della Pubblica Amministrazione Centrale. Il comparto che comprende Ministeri, Agenzie Fiscali ed Enti non economici come Inps, Inail o Aci.

Tuttavia, dall’incontro mono-comparto arriveranno importanti segnali anche per quanto riguarda Scuola, Sanità e Pubblica Amministrazione Locale.

Rinnovo contratto statali e scuola: aumento stipendi, incontro sindacati-Aran

Tra gli snodi fondamentali del dialogo, come è noto ai più, il bonus Renzi e, soprattutto, gli 85 euro di aumento lordo pro capite. La sensazione, però, è che le risorse a disposizione del governo non bastino a coprire l’operazione. Servirebbe almeno 5 miliardi.

A tal proposito, il ministro Madia ha recentemente lanciato la proposta di creare degli scaglioni di lavoratori in base al reddito per calibrare gli aumenti. In pratica, l’idea del governo è quella di non erogare lo stesso aumento a tutti i lavoratori indistintamente come era stato previsto da una bozza d’intesa sottoscritta con i sindacati qualche mese fa.

Insomma, l’aumento più cospicuo, alla fine non dovrebbe superare i 50 euro,  riguarderebbe solo i dipendenti pubblici con i redditi più bassi. Sarà di poco o nulla, invece, per i lavoratori con i redditi più alti. Tra l’altro, superati i 26mila euro non si avrà più diritto al bonus di 80 euro, quindi, con l’aumento molti dipendenti pubblici potrebbero avere uno stipendio inferiore a quello attuale.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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