La Seconda Guerra Fredda? Il caso Snowden dalla prospettiva cinese

Pubblicato il 1 Luglio 2013 alle 17:56 Autore: Stefano Giovannini

La Seconda Guerra Fredda? Il caso Snowden dalla prospettiva cinese

“Gli Stati Uniti, che hanno a lungo provato a recitare la parte della vittima innocente degli attacchi informatici, sono risultati il maggior criminale della nostra epoca” (Ming Jinwei, giornalista cinese).

“Mentre il governo statunitense difende i propri programmi di sorveglianza, continua ad accusare altri Stati fra cui la Cina di lanciare attacchi informatici. È da mesi che gli USA calunniano l’RPC attribuendole un’attività di sponsorizzazione delle violazioni cibernetiche. Il governo pechinese, vittima degli hacker, ha rigettato tali attacchi mentre era impegnato a difendersi proprio contro questo tipo di reato. La testimonianza di Snowden aggiunge credibilità alle dichiarazioni del Governo cinese” (Liu Dan e Bi Mingxin, giornalisti cinesi).

Si può discutere se sia una spia, un traditore o un eroe, mentre è indubbio che Edward Snowden abbia scombussolato la diplomazia mondiale nel giugno 2013: la sua crisi di coscienza ha incrinato i rapporti fra le grandi potenze, destabilizzando fra gli altri il precario equilibrio sinostatunitense sancito dal vertice del 7-8 giugno scorso (cfr. http://www.termometropolitico.it/52301_cina-ospite-degli-usa-7-8-giugno-vertice-obama-xi-a-palm-springs-california.html). Colui che ha rivelato come l’Agenzia di Sicurezza Nazionale statunitense basi la propria attività sul programma US-984XN (nome in codice “Prism”), consistente nello spionaggio degli utenti di Google, Yahoo!, Facebook, Microsoft, Apple, AOL, Paltalk, YouTube e Skype previo consenso aziendale, il 20 maggio scorso si è rifugiato in un hotel hongkonghese, dove è stato videointervistato dal quotidiano britannico The Guardian (vedi https://www.youtube.com/watch?v=5yB3n9fu-rM), poi ha raggiunto l’area internazionale dell’aeroporto moscovita, ove sta attendendo che la sua richiesta di asilo politico all’Ecuador venga soddisfatta.

Per quanto riguarda la Cina, Snowden ha stimato che essa sia stata vittima di 61mila violazioni effettuate dall’Agenzia di Sicurezza Nazionale statunitense per colpire centinaia di obiettivi tra continente e Hong Kong. Qui i bersagli sarebbero l’Università Cinese di Hong Kong, ufficiali pubblici, aziende e studenti. Intervistato dal South China Morning Post il 12 giugno a Hong Kong, Snowden ha dichiarato che gli USA svolgono intense operazioni di violazione informatica contro la Cina e che egli in persona ha deciso di uscire allo scoperto per denunciare “l’ipocrisia del Governo statunitense, il quale afferma di non spiare infrastrutture civili a differenza dei suoi avversari”. Obiettivi delle violazioni, ha rivelato, sono “le dorsali di rete, soprattutto i grandi router, perché ci danno accesso alle comunicazioni di centinaia di migliaia di computer senza doverli violare tutti”. Come se non bastasse, Snowden dice, il Governo statunitense “ha così tanta paura che ciò si sappia da essere disposto a usare qualsiasi mezzo, come a esempio l’intimidazione diplomatica, per impedire che divenga di dominio pubblico”.

Le ultime rivelazioni di Snowden, del 29 giugno 2013, svelano che gli USA spiano computer e telefoni dei diplomatici degli Stati membri dell’Unione Europea a Washington, New York e Bruxelles. Tale denuncia è in attesa di prove che la convalidino.

(Per continuare la lettura cliccate su “2”)

L'autore: Stefano Giovannini