Priebke, funerali ad Albano Laziale, scontri e polemiche

Pubblicato il 13 Ottobre 2013 alle 14:50 Autore: Redazione

Erich Priebke, l’ex capitano delle Ss, condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine è morto oggi a Roma. Ad annunciarlo il suo legale, Paolo Giachini. Priebke aveva 100 anni. “Erich Priebke muore oggi all’età di 100 anni. La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fanno un esempio di coraggio, coerenza e lealtà” ha detto l’avvocato Giachini che poi ha rivelato “Il suo ultimo lascito è una intervista scritta e un video, testamento umano e politico”. Il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici è sicuro che ad occuparsi di Priebke nell’aldilà saranno gli angeli delle Fosse Ardeatine. “Esistono delle certezze nella religione. Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli e si occuperanno di lui per l’eternità. Priebke farà i conti con loro nell’altro mondo”.

L’ultima intervista “Non mi pento” – Erich Priebke nella lunga intervista testamento scritta in occasione dei suoi 100 anni non rinnega il suo passato. “Ho scelto di essere me stesso”. Alla domanda se si sentisse ancora nazista, il capitano delle Ss, condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, rispondeva “la fedeltà al proprio passato e’ qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare”.

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Le polemiche sulla sepoltura – Priebke fa discutere anche da morto. E’ infatti scoppiato un putiferio su dove e come si svolgeranno le esequie dell’ex Ss. Il carnefice delle Fosse Ardeatine voleva essere sepolto in Argentina vicino alla moglie ma il ministero degli Esteri del Paese sudamericano ha posto il niet. Priebke non è gradito. E così anche a Roma dove in molti sono insorti. Partigiani, Comunità ebraica, l’ex sindaco Veltroni e l’attuare Ignazio Marino. Tutti a dire “Il funerale di Priebke a Roma sarebbe uno sfregio” e “Roma antizasta e antifascista farà di tutto per negare la sepoltura a un criminale”. Parole che non sono piaciute all’avvocato dell’ex Ss Giachini “Per una forma di rispetto aspetteremo quasi sicuramente che passi mercoledì (giorno del 70 anniversario del rastrellamento nazista al Ghetto di Roma). Perché noi non vogliamo provocare nessuno. Semplicemente, il signor Priebke era un fedele della Chiesa, si confessava e ha anche ricevuto l’assoluzione. Perciò credo sia un diritto avere un funerale”. Ma il Vicariato di Roma frena “Per Priebke non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa della Capitale”.

Priebke, funerali ad Albano Laziale, scontri –  Si terranno oggi pomeriggio attorno alle 17 ad Albano Laziale, vicino Roma, i funerali, in forma privata, di Erich Priebke. Il rito funebre per l’ex capitano delle SS sarà celebrato nella cappella della sede centrale della Fraternità San Pio X, la confraternita dei lefebvriani, che si è resa disponibile al celebrare le esequie negate invece, in forma pubblica, dal vicariato di Roma. Una decisione che ha fatto scontrare prefetto e sindaco di Albano Laziale con quest’ultimo che ha tentato di bloccare i funerali senza tuttavia riuscirci.

All’arrivo del feretro sono volati calci e pugni indirizzati al carro funebre con all’interno la salma di Priebke. Momenti di tensione si sono registrati tra la folla. Da una parte decine di persone a protestare perché contrarie al funerale dall’altra gruppi di destra  che al passare del feretro hanno gridato slogan e saluti fascisti.

La storia e l’eccidio delle Fosse Ardeatine – Aveva compiuto 100 anni il 29 luglio scorso Erik Priebke, il capitano delle Ss morto oggi e condannato all’ergastolo nel 1998 per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, rappresaglia tedesca contro l’attentato di via Rasella. Nato a Hennigsdorf nel 1913, Priebke aderi’ a 20 anni al Partito Nazista dei Lavoratori Tedeschi. Heinrich Himmler lo fece entrare nelle SS e lo aiuto’ nella carriera all’interno dell’esercito tedesco, dove raggiunse il grado di capitano. Nel 1942 divenne capo della sezione di Brescia della Gestapo. L’anno successivo si trasferi’ a Roma sotto il comando di Herbert Kappler. Dopo l’attacco partigiano che i Gruppi d’azione patriottica misero a segno contro il battaglione ‘Bozen’ in via Rasella a Roma, il 23 marzo 1944, Kappler lo coinvolse nel piano di organizzazione delle esecuzioni dei 335 ostaggi per vendicare i 33 morti tedeschi.Un eccidio che avvenne il giorno successivo alle Fosse Ardeatine, nelle cave di pozzolana situate due chilometri oltre Porta San Sebastiano. Con un colpo alla nuca vennero uccisi, secondo tempi calcolati e programmati con meticolosita’, in circa cinque ore, dal primo pomeriggio alle 20, 335 persone di ogni eta’ e di varia condizione sociale.  Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’ex ufficiale nazista fuggi’ in Argentina. Priebke si rifugio’ a San Carlos de Bariloche, un paesino ai piedi delle Ande, riuscendo a sfuggire al Processo di Norimberga, e, anche se i servizi segreti israeliani per molto tempo gli diedero la caccia, non fu mai scoperto. Fu rintracciato solo nel 1994, allorche’ un membro del ‘Centro Simon Wiesenthal’ lo riconobbe e ne segnalo’ la presenza alle autorita’ argentine, che lo credevano morto da tempo. Nel 1995 Priebke fu estradato in Italia e accusato di aver partecipato all’organizzazione dell’eccidio delle fosse Ardeatine.

L’ergastolo – Processato, fu dichiarato colpevole di omicidio plurimo dal Tribunale militare di Roma: tuttavia non fu condannato a causa della prescrizione del reato e per la concessione delle attenuanti. Successivamente a Corte di Cassazione annullo’ quella sentenza, rendendo cosi’ obbligatorie nuove udienze per Priebke . Nel marzo del 1998, la Corte d’Appello lo condanno’ all’ergastolo, insieme all’altro ex ufficiale delle SS Karl Haas. La sentenza, seppur confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione, venne commutata in arresti domiciliari a causa dell’eta’ avanzata dell’imputato.

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