Segreteria romana del Pd: polemiche sui tesserati

Pubblicato il 30 Ottobre 2013 alle 15:05 Autore: Antonio Scafati

Segreteria romana del Pd: polemiche sui tesserati

Tessere, accuse, minacce e – perché no – anche qualche rissa. La corsa alla segreteria romana del Partito Democratico non si sta facendo mancare nulla. Sotto accusa l’aumento del numero degli iscritti, secondo alcuni frutto di cordate organizzate che stanno cercando di pilotare il voto.

Una buona metà dei circoli ha già espresso la propria preferenza. In testa c’è l’ex senatore Lionello Cosentino, 62 anni, sostenuto da Goffredo Bettini e dall’area dei democratici vicina a Marino. Staccato di poche centinaia di voti Tommaso Giuntella, 29 anni, ex coordinatore delle primarie di Pier Luigi Bersani, capogruppo Pd in I municipio, supportato dall’ex capogruppo in Campidoglio Umberto Marroni e dai giovani turchi. Lontani Tobia Zevi (area Renzi) e Lucia Zabatta (area Civati).

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Il risultato finale non è scontato e il clima è rovente. A Vigne Nuove, l’ex candidato alla presidenza del III municipio Claudio Ricozzi e Riccardo Corbucci, che in III municipio è  presidente del consiglio, sono arrivati alle mani. È finita col suono delle sirene della polizia e un viaggio in ambulanza: Ricozzi all’ospedale Sandro Pertini, Corbucci al Sant’Andrea.

Spintoni anche al circolo di via Giustiniano Imperatore, zona San Paolo, dove alcuni militanti hanno denunciato l’arrivo improvviso di persone di altre città pronte a votare.

Scaramucce da circolo? Fino a un certo punto. Nella capitale si corre per la segreteria romana del Pd, ovvio, ma non solo. Piantare la propria bandiera sulla città significa arrivare più forti al congresso nazionale. Questo lo sanno tutti: dalemiani, bersaniani, renziani, bettiniani, giovani turchi, e via dicendo. C’è qualcuno che gioca sporco? Le varie anime del partito si puntano il dito l’una contro l’altra.

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Alberto Bitonti, segretario del circolo Pd di Trastevere, ha pensato ad esempio di inviare una lettera a Matteo Renzi per denunciare quello che ha visto nello scorso fine settimana di votazioni: “torbidi giochi dei signori delle tessere travestiti da renziani” ha scritto Bitonti, raccontando di aver visto al circolo anche disoccupati e clochard pronti a pagare venti euro per iscriversi e votare. Nel giro di pochi giorni gli iscritti al circolo sono passati da 130 a 190. Non un caso isolato: situazioni simili si sono verificate dal quartiere di Centocelle a quello di Finocchio.

Per molti siamo di fronte al solito giochino delle cordate che portano ai seggi persone pronte a votare secondo indicazione. Lucia Zabatta su Facebook li bolla come “spingitori di urne elettorali”. Per altri sono le ‘truppe cammellate’, vecchia etichetta che torna buona in queste circostanze. Che qualcosa vada rivisto lo ammette anche Patanè, segretario ad interim del Partito democratico romano: “l’aumento è anomalo – ha dichiarato – le regole vanno assolutamente cambiate”.

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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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