Maurizio Crozza: dopo Formigoni, tocca al Pd

Pubblicato il 12 Marzo 2014 alle 15:32 Autore: Marco Caffarello

Povero Crozza, viene da dire. E sì, perchè non bastava la recente querela da parte dell’ex presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, bersaglio tra i preferiti dal comico genovese, ma secondo quanto affermato da Gero Grassi, deputato Pd, per un articolo pubblicato ieri dal Huffington Post, sembrerebbe infatti che anche il Pd si sarebbe parecchio ‘indispettito’.

Così scrive l’onorevole ieri 11 marzo per l’edizione italiana del famoso quotidiano:”Crozza a Ballarò? Un errore da correggere, un danno per la Rai. Perché la presenza del comico altro non è che un mega “spot” per la sua trasmissione del venerdì su la7″.

Il programma a cui si riferisce il deputato Grassi è, com’è noto a molti, Crozza nel Paese delle Meraviglie, gettonata trasmissione di cabaret nel quale il comico si diverte a fare il ‘verso’ ai più noti personaggi del mondo politico, economico e sociale, da Farmigoni ad Ingroia, dal Presidente Napolitano a Flavio Briatore, tant’è l’onorevole rincara la dose affermando che”è opportuno chiarire se la dirigenza del servizio pubblico non abbia causato un danno all’azienda“.

E le parole pronunciate dall’onorevole Grassi non sono semplici parole ‘di opinione’, ma sono parole di un membro della Commissione di Vigilanza RAI che ha infatti deciso di intraprendere un’interrogazione da presentare al presidente di commissione Roberto Fico. Così infatti è ancora scritto da Grassi:”Con la partecipazione fissa di Maurizio Crozza il martedì a Ballarò, il servizio pubblico rischia di lanciare un assist a una tv concorrente: il pezzo del comico in apertura della trasmissione di Rai Tre rischia di configurarsi come una promozione al suo programma del venerdì su la7. E’ opportuno che la Rai chiarisca i rapporti e le trattative passate con il grande comico

Come a dire, secondo la teoria avanzata dal deputato Pd Grassi, le parodie del comico genovese non solo, sembra, non lo fanno ridere, ma rappresentano anche un perfetto assist per lo share della concorrenza, a tutto svantaggio quindi del servizio pubblico. Un buon manager darebbe certamente ragione alla conoscenze di marketing dell’onorevole, ma è lecita una ragione del dubbio? E’ quantomeno verosimile che le ‘manovre’ di Grassi nascondano qualcosa che potrebbe vagamente assomigliare anche ad un’azione di ‘censura‘?

Sarà un caso, ma da quando il famoso comico ha preso di mira il neo premier Matteo Renzi, lasciando alle spalle i bei tempi d’oro in cui il bersaglio era solo il cavaliere, anche il Pd, sembra, ha iniziato a guardare agli sketch del comico genovese con decrescente ‘humour‘, forse persino con un certo grado di permalosità.

Spiega ancora il deputato Grassi per i lettori dell’Huffington:” Lo scorso autunno la RAI è arrivata ad un passo dall’ingaggiare Crozza per un suo show in prima serata di Rai1 per due anni. Secondo le voci di stampa, la Rai era disposta ad investire fino a 25 milioni sul progetto Poi la trattativa è saltata e il comico ha firmato un’esclusiva per tre anni con La7. Fuori dall’esclusiva ci sono alcune partecipazioni a trasmissioni Rai, i cui frutti però rischia di incassarli proprio l’emittente privata di urbano Cairo: i dieci minuti in apertura di Ballarò su Raitre e la partecipazione alla finalissima di Sanremo, la serata che viene premiata sempre dagli ascolti per l’attesa del vincitore

Sarà, ma stando l’ultimissimo scandalo che ha anche riguardato la comica ed imitatrice Virginia Raffaele per il suo ‘verso’ al neo ministro Elena Maria Boschi, sembra infatti che per la satira i tempi si stanno facendo sempre più difficili.

Per me la satira è neutra, non ha sesso. Mi colpisce un particolare e lavoro su quello, m’incuriosisce per prima cosa la persona. Poi è chiaro, per la proprietà transitiva, se è un ministro del nuovo governo, vai a colpire anche la politica“, spiega l’imitatrice per La Repubblica.

Com’è noto la parodia al neo ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento da parte dell’imitatrice romana, conosciuta al grande pubblico anche per le sue imitazioni a Francesca Pascale, la ‘ragazza’ di Silvio Berlusconi, nasce inevitabilmente dalla stessa sua veemente bellezza, e nonostante la diretta interessata abbia poi ammesso di essersi divertita, l’esibizione è riuscita a disegnare una smorfia sulla bocca di più persone, come il Presidente della Camera Laura Boldrini, che non ha mancato di definirla sessista.

Un accusa questa alla quale l’imitatrice tra le righe de La Republica ha così risposto:” Nel governo Renzi, la Boschi ha catturato subito la mia attenzione: è bella, giovane, in gamba… Ma nello sketch anche il giornalista ammaliato che ci casca con tutte le scarpe, fa ridere. È satira bisex… Quanti ne conosciamo di uomini così? Che vuol dire sessismo in questo caso? Le donne sanno essere ironiche e autoironiche. Il ministro Boschi ha uno sguardo bellissimo, mi è venuta naturale interpretarla. Se hai spirito di osservazione pure in fila alla Poste trovi personaggi interessanti, pensi al talento di Verdone”.

Sarà, ma come è detto fin dai testi più antichi, è nella satira che si ha la misura di una democrazia.