Ncd, è crisi dopo l’elezione di Mattarella al Quirinale

Pubblicato il 2 Febbraio 2015 alle 10:37 Autore: Francesco Di Matteo

L’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale ha lasciato strascichi nei partiti di centrodestra, e non poteva essere altrimenti. Le mosse di Matteo Renzi che hanno portato l’ex esponente della DC alla carica più alta dello Stato, hanno avuto anche pesanti ripercussioni nelle diverse forze politiche parlamentari: nel Nuovo Centrodestra ed in Forza Italia in particolare. Nel partito di Angelino Alfano si è aperta una voragine: Maurizio Sacconi si è dimesso da capogruppo al Senato, mentre Barbara Saltamartini ha lasciato l’incarico da portavoce per aggregarsi, probabilmente, alla Lega Nord di Salvini.

Ncd tra Mattarella e le regionali

Nel partito si sta vivendo quasi un crisi di identità per via dell’asse con Sinistra Ecologia e Libertà, l’alleato che non ti aspetti, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Dalla direzione del partito si levano varie voci che vorrebbero addirittura le dimissioni di Angelino Alfano dal Viminale: “Lasciare il Viminale per dedicarsi a tempo pieno al partito”. Alla base di questa richiesta, oltre alla questione Quirinale, c’è anche l’avvicinarsi delle elezioni regionali anche visto il forte valore che il territorio pare rappresentare per il partito.

La posizione di governo rende difficile trattare. In Campania, per esempio, il partito è diviso in 3 correnti: una vuole concorrere con il Partito Democratico, sfruttando l’alleanza di governo; una vuole invece confermare la fiducia a Caldoro e concorrere, quindi, con il rinnegato Berlusconi; un’altra grande parte del partito, invece, vorrebbe addirittura andare solo con l’Area Popolare di Pasquale Sommese, uomo forte in regione. Stessa situazione a Milano dove Lupi vorrebbe concorrere per la carica di sindaco con l’aiuto di Forza Italia, che però sta colloquiando con la Lega Nord sul quale molti degli alfaniani mettono un’irrevocabile veto.

Malumore diffuso

Auguri di buon lavoro al Presidente Sergio #Mattarella. Nonostante il metodo #PD è il #Presidente di tutti. Presto confronto in NCD e con PD

— Nunzia De Girolamo (@N_DeGirolamo) 31 Gennaio 2015

I malumori stanno uscendo anche pubblicamente, con molti esponenti del partito che chiedono un cambio di rotta, “un sussulto di dignità” come spiega Nunzia De Girolamo con un tweet. “Ho deciso io di votare Mattarella come presidente della Repubblica. Sono convinto di aver fatto bene anche se questo ha creato malumori nel mio partito. Io non tratterrò nessuno come non ho costretto nessuno a venire, chi ci sta ci sta” ammonisce al TG1 Alfano, lanciando un chiaro segnale al partito. Anche Cicchitto e Formigoni chiedono l’apertura di un confronto. “Premesso che io ritengo la leadership di Alfano fondamentale per l’aggregazione di Area popolare e per la ricostruzione del centrodestra va aperta una riflessione sui suoi ruoli. Si pone l’esigenza che Alfano possa esercitare pienamente la sua leadership” spiega Cicchitto. L’ex governatore lombardo, invece, twitta senza mezzi termini: “Confermo, molte cose non funzionano in Ncd e molte cose nel governo. Domani si inizia il confronto: sia chiaro,aperto,duro se necessario!”.

elezione mattarella e la crisi di ncd e di alfano

Governo a rischio?

Il mal di pancia di cui sopra potrebbe perfino precipitare. Nella giornata di oggi hanno infatti cominciato a circolare diverse dichiarazioni minacciose da parte di autorevoli esponenti di Ncd. Primo fra tutti, manco a dirlo, il “falco” Maurizio Sacconi, che parla apertamente di sfidare il Pd. “Dobbiamo essere pronti a rompere la nostra partecipazione al governo, se costretti da atti di controriforma su temi sensibili come il lavoro, il fisco e la giustizia” ha dichiarato al QN.

Il timore di uno spostamento a sinistra del governo “è fondato sul fatto che la ricomposizione della sinistra italiana, non solo del Pd, ma del Pd con Sel, ha una cifra inevitabilmente conservatrice. Lo abbiamo già constatato quando il 24 dicembre Renzi cambiò all’ultimo momento un testo che prevedeva la fine dell’ articolo 18, per ricomporre il Pd in vista del voto sul Quirinale”, osserva Sacconi. Per questo con Forza Italia, aggiunge Sacconi, “dobbiamo darci la comune prospettiva di una lista unitaria dei liberalpopolari per andare al ballottaggio contro la sinistra unita di Renzi”.

Minacciose anche le dichiarazioni di una colomba come Gateano Quagliariello: “Il Nuovo centrodestra è a un bivio: deve decidere se restare al governo – ma con un’alleanza strutturata in cui Renzi non possa scegliere, di volta in volta, con chi allearsi, a seconda della convenienza, – oppure se perseguire da subito una ricomposizione di un centrodestra, oggi balcanizzato, che superi la leadership di Berlusconi. Come Ncd siamo partiti più di un anno fa con l’idea di costruire un’alternativa moderata ed europea alla sinistra, nell’ottica di un bipolarismo fondato sul rispetto reciproco tra forze contrapposte. Per questo motivo – continua Quagliariello – pensammo di preservare un’esperienza di governo per realizzare le riforme dello Stato, elettorale, economiche e sociali, indispensabili per costruire le fondamenta comuni del terzo tempo della Repubblica. Dopo le vicende che hanno preceduto l’elezione di Mattarella, dovremo chiederci: se il programma che ci eravamo dati è ancora valido; se passa ancora attraverso questa alleanza di governo; e quale deve essere il rapporto con gli altri spezzoni del centrodestra che sembrano sempre più in difficoltà”.

Infine, perplessità anche dal ministro dei trasporti Maurizio Lupi: “A Renzi diciamo che non siamo abituati a fare nè siamo nati per fare i cespugli. Non siamo attaccati alle poltrone – ha aggiunto parlando di Ncd – ma neanche abituati a fare i tappettini. I cespugli hanno permesso con responsablità la nascita dei governi Letta e Renzi”.Lupi però non mette in discussione Alfano: “Non mi sembra che sia assolutamente in discussione la leadership di Angelino Alfano. Noi – ha aggiunto – dobbiamo continuare a essere più forti e chiari sul ruolo che l’area popolare vuole e deve assumere presto: questo sarà il confronto e il dibattito che dovremo ovviamente porre al nostro interno, non per leccarci le ferite ma per rilanciare”.

L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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