Prandelli: “La strada è quella del dialogo!”

Pubblicato il 5 Maggio 2014 alle 15:57 Autore: Lorenzo Caporale

Cesare Prandelli, ct della nazionale italiana, ai microfoni di Radio Anch’io Sport si concede una lunga intervista, partendo dai complimenti alla Juve per lo scudetto e finendo con le speranze azzurre per i Mondiali.

“Faccio i complimenti alla Juventus, a Conte e ai giocatori, sono riusciti a vincere uno scudetto strameritato nonostante le pressioni e il dover essere costretti a vincere. Grazie anche alla Roma e al suo gioco bello e propositivo, il nostro calcio non è messo male nel gioco. Queste due squadre giocano un calcio propositivo e molto interessante, valorizza in pieno i giocatori ed hanno una fisionomia di gioco. Anche Napoli e Fiorentina hanno un impianto di gioco collaudato, il nostro calcio si sta ritrovando e nelle prime quattro ha una sua identità”.

Cesare Prandelli, dal 2010 ct della nazionale italiana

Cesare Prandelli, dal 2010 ct della nazionale italiana

Prandelli, riguardo ai fatti incresciosi avvenuti durante la finale di Coppa Italia, ci tiene a precisare che:”E’ un problema di tutti noi, la strada è quella del dialogo, non dell’aut aut, gli stadi devono essere un luogo di aggregazione propositiva, non di pseudo-minacce. Nessuno deve essere protagonista, se non il calcio. E’ un problema del Paese, che deve diventare civile a tutti gli effetti. Chiaro che il calcio ha una cassa di risonanza straordinaria, ma l’immagine data al mondo non ci rappresenta. Il nostro compito è aiutare il Paese a crescere. Noi italiani abbiamo bisogno di toccare il fondo e di essere governati, tutto il Paese deve essere coinvolto altrimenti Fifa e Uefa ci fermeranno come successo con gli inglesi”.

Il ct della nazionale azzurra parla anche dei Mondiali che si giocheranno quest’estate in Brasile.Secondo Prandelli l’Italia non è messa così male come si potrebbe pensare e, ad oggi, avrebbe i giocatori e le qualità per essere competitiva. La scelta più difficile che dovrà fare il tecnico lombardo sarà la scelta degli attaccanti: infatti dai 30 attaccanti papabili per i Mondiali, Prandelli, dovrà fare una selezione limitata e portarne con se 5 o 6 al massimo.

Il ct azzurro, in conclusione, si augura che la sua squadra dimostri grande coraggio in campo, ma , soprattutto, che giochi un calcio non improvvisato e che abbia un’idea di gioco ben precisa e strutturata.