Roma: quanto durerà la nuova giunta Marino?

Pubblicato il 29 Luglio 2015 alle 11:47 Autore: Felice Tommasino
La nuova giunta di Ignazio Marino

Il discusso sindaco Marino ha appena presentato la nuova giunta che amministrerà Roma. Dopo Mafia Capitale, il premier e segretario del Pd Renzi si attende una inversione di rotta: Marino ha tre mesi di tempo per metterla in atto. A Palazzo Chigi si attende la relazione del ministro Alfano pronta a sottolineare gli “episodi gravissimi” verificatisi ma senza chiedere lo scioglimento del comune per mafia. Il Pd fa blocco comune intorno al sindaco di Roma, almeno per ora.

Renzi: “Tre mesi per vedere inversione di rotta”

Il ciclone di critiche lascia per ora il sindaco Ignazio Marino là dove l’aveva trovato: alla guida della capitale d’Italia. Matteo Renzi, mantenendo le distanze dalla nuova giunta, ribadisce: “Ci sono tre mesi di tempo per vedere non dico la rivoluzione ma un’inversione di rotta”. Diversamente si andrà al voto con due anni di anticipo.

Il sindaco di Roma Marino ed il premier Renzi

Orfini a Marino: “Oggi il Pd è al suo fianco”

Per quanto Renzi abbia voluto sottolineare la sua distanza dalle nuove nomine fatte da Marino, il Pd pare intenzionato a mostrare unione di intenti sulla Capitale. Lo si evince dalle parole del presidente e commissario nella Capitale Matteo Orfini: “Roma non si amministra solo dal Campidoglio, ma anche dalla Regione e dai palazzi del governo”. È mancato “il ruolo di regia del Pd. Per un periodo il partito romano ha lasciato solo Marino. Che, in quella fase, non ha saputo uscire da quell’isolamento”. E garantisce: “Oggi però il Pd è al suo fianco”. Orfini è sicuro anche sulla posizione tenuta da Renzi sulla questione Marino: “Ha sempre detto le stesse cose. Ha chiesto a Marino un segnale. Questo segnale oggi è arrivato”.

Il prefetto Gabrielli si occuperà del Giubileo

Come evidenziato da Orfini, il momento della Capitale è topico. Il Giubileo, ormai alle porte, sarà di fatto commissariato dal prefetto Gabrielli. A lui saranno concessi poteri straordinari “per evitare, visti i tempi strettissimi, il ricorso a procedure d’urgenza negli appalti, una stagione che appartiene al passato” chiariscono da Palazzo Chigi.

La relazione del ministro Alfano

Proprio la vicinanza del Giubileo, che avrà inizio l’8 dicembre prossimo, giocherà un ruolo determinante nella relazione di Alfano. Roma ha occupato le prime pagine dei maggiori giornali italiani ed esteri e non certo per essere lodata. Il ministro dell’Interno lo sa bene e avverte: “Immaginate che cosa potrebbe accadere di fronte a uno scioglimento per mafia”. Scioglimento per mafia escluso quindi, ma Alfano ribadisce: “Bisogna evitare di creare precedenti pericolosi e così dare appigli che possano essere utilizzati in altre situazioni. Non bisogna spuntare in alcun modo un’arma che funziona contro la criminalità organizzata come quella che prevede di ‘commissariare’ i Comuni infiltrati dalle cosche”.

Il ministro dell'Interno Alfano ed il sindaco di Roma Marino

La “ragion di Stato” impedisce “commissariamento”

La relazione del capo del Viminale è attesa per la riunione del Consiglio del 7 agosto. La “ragion di Stato”, più volte citata da Alfano, impone di evitare il “commissariamento”. Ma ciò non esclude la necessità di evidenziare quale sia stato il “livello di condizionamento della macchina capitolina” causato dalla “pesante infiltrazione” nella giunta Alemanno e proseguita, con toni minori, in quella Marino.

“Discontinuità” tra giunta Alemanno e quella Marino

Il titolare del Viminale ribadirà la “discontinuità” tra le due giunte sottolineando anche che a differenza del suo successore, Alemanno è indagato per associazione mafiosa. Marino “in alcuni casi non si è reso conto di quanto stava accadendo all’interno del Campidoglio”. Un fatto questo non di scarsa gravità: “Ha sottovalutato il problema e le conseguenze sull’affidamento degli appalti e sulla gestione della macchina amministrativa”. Alfano, nella sua relazione, seguirà quindi la linea tracciata dal procuratore di Roma Pignatone che, parlando dei tentativi di Marino di sottrarsi all’influenza di Buzzi e Carminati, li ha definiti “pochi e di scarsa efficacia”.

Feltri a Marino: “Lei non sa fare il sindaco”

Mentre il “Marino ter” prende il via, non si placano le ire di quanti vorrebbero le dimissioni del sindaco chirurgo. Figura tra questi il giornalista Vittorio Feltri che scrive pubblicamente al sindaco: “Ho la netta sensazione che lei non sappia fare il sindaco, come del resto non lo saprei fare io”. “Lei è una persona perbene e forse non merita gli improperi che le piovono addosso. Ma non è sufficiente l’onestà per guidare Roma ed evitare guai. Lei sta alla politica come io sto alla fisica quantistica. È negato”.

Il direttore de Il Giornale Vittorio Feltri

“È riuscito a far peggio dei suoi predecessori”

Feltri riconosce: “È assodato che i suoi predecessori non brillarono, avendo accumulato un passivo vertiginoso e contribuito con ferocia a rovinare Roma”. Poi torna ad inveire su Marino: “Il fatto che lei sia riuscito a fare peggio di loro non depone a suo favore”. E quindi l’invito: “Per decenza, le conviene svignarsela, altrimenti passerà alla storia come un barbaro, anzi, un barbaro da barzelletta, e questo un clinico come lei non se lo può concedere. Mi sembra che la sua reputazione abbia perso abbastanza smalto. Provvedere in fretta a limitare i danni”. Ancora: “C’è qualcosa di eroico nella sua caparbietà ostentata nel tenere botta a coloro – milioni – che la sollecitano a levare le tende. Viene il sospetto che provi piacere a farsi spernacchiare dai compagni del Pd”. Segue il riepilogo delle sventure del sindaco, con focus sulla situazione rifiuti di Roma: “Dimentichiamo la Panda rossa in divieto di sosta e peccatucci veniali, la bicicletta e altre sciocchezze che comunque non le hanno incrementato la popolarità. I punti critici sono ben più pesanti. La sozzeria romana ricorda quella di Napoli nel periodo in cui i talk show si occupavano solo di immondizia da smaltire”.

Problema rifiuti

Il problema rifiuti nella Capitale è di portata elevatissima. Tanto da causare la mobilitazione anche via social di numerosi utenti che ben hanno accolto l’invito dell’attore Alessandro Gassman rispondendo all’hashtag “Roma Sono Io”. Ma qual è l’origine del problema? Secondo quanto riportato da Repubblica, tra le cause ci sarebbe l’assenteismo dei netturbini e la pochezza dei mezzi forniti a questi ultimi.

Assenteismo e mezzi rotti

Un netturbino su sette salterebbe il lavoro. Il 40% dei mezzi risulterebbe guasto. A questo si aggiunge la cattiva gestione del servizio da parte dei dirigenti: “I nostri capi non conoscono il territorio, prendono le decisioni con Google maps” ravvisano i netturbini. L’Ama è stata vittima del fenomeno parentopoli generato dall’accoppiata Alemanno-Panzironi. Il sindaco e l’amministratore hanno continuato ad assumere 1087 persone tra il 2009 e il 2010 curandosi ben poco della crisi economica.

Roma sporca fa il giro del mondo

Ripartire, nonostante le condanne e le esclusioni dalla azienda pubblica delle numerose persone coinvolte, non è facile. Il rientro dal debito passa proprio dal risparmio su manodopera e mezzi. A questo si aggiunge la chiusura della discarica di Malagrotta che determina la necessità di distribuire i rifiuti della Capitale ad altre regioni italiane. Un meccanismo che, come facilmente intuibile, è suscettibile di intoppi.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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