Quanto ci vuole per avere la residenza? Ecco l’iter

Pubblicato il 8 Gennaio 2021 alle 12:22 Autore: Claudio Garau
fabrizio barca mentre osserva la mappa di roma

Quanto ci vuole per avere la residenza? Ecco l’iter

La residenza è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale, ovvero il luogo in cui vive la gran parte dell’anno. Tuttavia, è risaputo che essa non deve per forza permanere identica per tutta la vita: un nuovo lavoro, la decisione di trasferirsi in una località particolarmente gradita alla famiglia e tante altre ragioni possono essere alla base della scelta del cambio residenza. Ebbene, laddove l’interessato intenda trasferirsi in altro Comune, è obbligato a seguire l’iter di cambio residenza, munendosi di tutti i documenti necessari alle circostanze. Il punto su cui vogliamo soffermarci è il seguente: in quanto tempo si può ottenere la residenza? ovvero, quando si conclude utilmente la pratica amministrativa collegata? E’ una domanda non ininfluente, giacchè con la nuova residenza sarà possibile – per esempio – scegliere il medico di famiglia ed avere il certificato elettorale, ossia rilevano tutta una serie di conseguenze pratiche che discendono dallo spostamento di residenza. Facciamo chiarezza.

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Residenza: quali effetti comporta per il cittadino?

E’ chiaro che ottenere la residenza non è operazione priva di requisiti da rispettare: vi sono documenti specifici che vanno consegnati al Comune. E non bisogna mai confonderla con il domicilio: quest’ultimo è infatti non l’abitazione propria e della famiglia, bensì il luogo in cui una persona stabilisce la sede dei propri affari ed interessi. Pertanto un classico esempio di domicilio è lo studio professionale del privato, che può essere in un Comune diverso da quello in cui lo stesso ha la residenza, ovvero la dimora abituale o l’abitazione in cui vive la gran parte dell’anno.

La residenza è un concetto fondamentale del diritto, e riguarda direttamente ogni cittadino italiano. Infatti, averla significa poter ottenere tutta una serie di conseguenze, che consentono al privato di poter esercitare i diritti costituzionalmente garantiti. Infatti, grazie ad essa, è possibile:

  • scegliere il medico di famiglia;
  • ottenere l’iscrizione alle liste elettorali;
  • ottenere il rilascio del certificato anagrafico e l’accesso ai servizi demografici;
  • capire qual è il giudice competente per le proprie controversie;
  • ricevere la notificazione degli atti giudiziari;
  • esporre le pubblicazioni di matrimonio.

Come si vede, avere la residenza non è soltanto necessario, ma anche foriero di utili effetti per colui che la consegue.

L’iter per ottenerla in breve

La (nuova) residenza va dichiarata all’ufficio anagrafe del Comune in cui si vuole vivere stabilmente, entro 20 giorni dalla data in cui il cittadino si trasferisce nella nuova abitazione. Pertanto, l’interessato deve rendere noti:

  • il Comune dell’ultima residenza;
  • l’indirizzo della nuova residenza;
  • i propri dati personali e dei familiari, se ve ne sono;
  • i documenti di identità propri e degli eventuali familiari, che vanno allegati in copia.

Per effettuare la dichiarazione in questione al Comune, l’interessato può utilizzare una delle seguenti 4 procedure, a sua scelta:

  • spedire il modulo di dichiarazione compilato e una fotocopia del documento d’identità con fax, raccomandata o posta elettronica ordinaria;
  • spedire il modulo specifico del nuovo Comune con posta elettronica certificata (Pec), compilando ciascun dato richiesto e firmando il modulo con firma digitale;
  • spedire il modulo citato identificandosi con carta d’identità elettronica o Carta dei servizi;
  • andare di persona presso gli uffici del nuovo Comune e compilare l’apposito modulo di dichiarazione di residenza.

Quanto tempo serve per ottenerla?

A questo punto, veniamo alla domanda clou: quanto tempo è necessario per ottenere formalmente la nuova residenza ed essere dunque a tutti gli effetti residenti altrove? Ebbene, il cambio oggigiorno è un’operazione, nel complesso, sburocratizzata. Pertanto, il cambio di residenza – rispettate tutte le condizioni citate – acquista validità dal giorno in cui al nuovo Comune è fatto avere il modulo di dichiarazione di residenza.

In termini pratici, entro un paio di giorni dalla presentazione del modulo, l’addetto ufficio Anagrafe compie le formalità relative alle iscrizioni anagrafiche, cambiando però la residenza dell’interessato, in tempo reale. In buona sostanza, gli effetti giuridici delle iscrizioni anagrafiche in questione decorrono dal giorno della dichiarazione di residenza, indipendentemente dal tempo necessario per ultimare la pratica burocratica.

Insomma, tutte le lettere raccomandate, gli atti giudiziari e le multe giungeranno al nuovo indirizzo, dal giorno in cui l’interessato ha presentato la dichiarazione di cambio residenza al Comune. Ecco cosa significa risolvere la pratica in tempo reale.

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Attenzione però: la legge prevede gli accertamenti anagrafici che devono essere effettuati dal Comune, per controllare che, effettivamente, il cittadino che ha affermato di essere residente in una certa abitazione ci abiti sul serio e in modo abituale. Gli accertamenti in questione sono svolti dalla Polizia municipale o da altro soggetto autorizzato dal Comune entro 45 giorni dal giorno in cui è stata presentata la dichiarazione di cambio residenza. In poche parole, sulla residenza la legge è molto rigida e non ammette simulazioni.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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