Annessione Crimea, la bordata di Poroshenko: “Come Anschluss nazista”

Pubblicato il 7 Novembre 2015 alle 13:08 Autore: Emanuele Vena
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L’annessione della Crimea da parte della Russia? “Un vero e proprio Anschluss, un’annessione di territori ucraini sovrani, una brutale violazione del diritto internazionale”. Il presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, non usa mezzi termini per definire il passaggio della Crimea nella Federazione russa, a più di un anno e mezzo dal controverso referendum che sancì il grande salto tra le braccia di Vladimir Putin. E scomoda un pesante paragone storico, richiamando a quell’Anschluss di nazista memoria con cui il Führer Adolf Hitler nel 1938 annesse l’Austria al Terzo Reich.

Annessione Crimea: la rabbia di Poroshenko

Intervistato dall’emittente televisiva tedesca Deutsche Welle, Poroshenko riprende dunque il concetto espresso nel marzo 2014 dall’allora Ministro degli Esteri ucraino Andrii Deshchytsia, che dalle pagine del Washington Post denunciò senza mezzi termini “l’Anschluss” messo in atto dal Cremlino.

Poroshenko rigetta l’idea di aver perso per sempre la Crimea, auspicando che la comunità internazionale non accetti mai la situazione venutasi a creare de facto dal marzo 2014, chiedendo che venga completamente ristabilito l’ordine secondo il diritto internazionale. Questo perché “se accettassimo ciò sarebbe la rovina completa del sistema di sicurezza globale… sarebbe esattamente quanto accaduto nel 1938”.

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Annessione Crimea ma non solo: il futuro dell’Ucraina si chiama NATO

Poroshenko continua a ribadire la necessità di naturale approdo dell’Ucraina nella NATO, spiegando che per l’adesione all’Alleanza Atlantica – considerata da Poroshenko l’unica possibile garanzia di sicurezza per Kiev – siano necessari ancora almeno 6-8 mesi.

Nessun dubbio invece a proposito dell’impegno di Kiev per il rispetto degli accordi di Minsk, considerati dal presidente ucraino un punto imprescindibile per tutte le parti in causa, con la necessità di garantire il cessate il fuoco, il ritiro delle forze armate e l’ingresso degli osservatori dell’OSCE, per “dare la possibilità ai cittadini di Donetsk e Lugantsk di eleggere i propri rappresentanti”. Un ottimismo non condiviso dall’opinione pubblica ucraina, secondo un sondaggio condotto dal Kyiv International Institute for Sociology (KMIS), che evidenzia come più del 60% degli ucraini non crede che l’intesa di Minsk porterà ad una pace duratura.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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