L’IDeA di Quagliariello? L’ha depositata la sua assistente

Pubblicato il 3 Dicembre 2015 alle 15:30 Autore: Gabriele Maestri
Quagliariello Idea

L’IDeA di Quagliariello? Era gia abbastanza concreta il 3 novembre, quando il primo nucleo del simbolo era stato depositato all’Ufficio italiano brevetti e marchi. La notizia è emersa ieri, nel giorno in cui lo stesso Gaetano Quagliariello e Corrado Passera hanno annunciato in una conferenza stampa il loro percorso comune: il primo passo, l’ingresso dell’ex Pd Guglielmo Vaccaro (tra i fondatori di IDeA) nella direzione nazionale di Italia unica, diventandone speaker parlamentare alla Camera per portare le istanze del partito in aula (al Senato lo stesso compito se l’è assunto Quagliariello).

Idea_quagliariello_identita_e_azione, simbolo del movimento del soggetto politico da gaetano quagliariello

Se però la stampa ha conosciuto ufficialmente IDeA il 25 novembre, i movimenti erano iniziati molto prima. Lo testimonia il deposito di una richiesta di registrazione come marchio di un emblema da parte di Diana Fabrizi, membro del Consiglio nazionale degli studenti universitari e assistente dell’ex coordinatore di Ncd. Il nome del movimento legato al fregio, guarda caso, era proprio Idea – Identità e azione.
A cambiare, in realtà, era la grafica: se a fine novembre era stato presentato un tondo bianco, leggermente ombreggiato, con l’acronimo arancione di IDeA e il nome per esteso in nero, all’inizio del mese la descrizione che era stata depositata – non è al momento disponibile l’immagine della grafica presentata – era almeno in parte diversa. In base al database dell’Ufficio italiano brevetti e marchi, quello depositato dalla Fabrizi dovrebbe essere “un simbolo circolare all’interno del quale sono scritte la parola ‘idea’ in grassetto corsivo minuscolo di colore bianco sulla linea immaginaria del diametro e le parole ‘identità e azione’ (su due righe) in stampatello maiuscolo di colore bianco al centro della metà inferiore del simbolo stesso. Lo sfondo del simbolo è di colore verde nel semicerchio superiore e di colore rosso nel semicerchio inferiore”.
L’AdnKronos, che ha dato la notizia, ha parlato di un “simbolo provvisorio che serviva a depistare eventuali curiosi”. E’ probabile, in realtà, che – curiosi a parte – servisse soprattutto “prenotare” il testo del nome (in effetti non modificato) e una grafica sommaria, magari da rivedere in seguito: dopotutto, quello di Quagliariello non si pone come un partito e poteva esserci meno urgenza di tutelare anche la soluzione grafica definitiva.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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