Media sondaggi referendum costituzionale: ultime rilevazioni prima del voto

Pubblicato il 18 Novembre 2016 alle 15:50 Autore: Alessandro Faggiano
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Media sondaggi referendum costituzionale: ultime rilevazioni prima del voto

C’è tempo fino alle 17:00 di oggi (18 novembre) per pubblicare le ultime rilevazioni statistiche sulle intenzioni di voto per il referendum. Nel corso di questi mesi, la quasi totalità degli istituti demoscopici ha rilevato un importante cambio di rotta. Il ‘Si’ alla riforma costituzionale, inizialmente in netto vantaggio, è stato eroso dalla personalizzazione del referendum. Tra ottobre e novembre, si è concretizzato il sorpasso per praticamente tutti gli istituti. Sembra che, allo stato attuale, circa la metà dell’elettorato sia sicuro del proprio voto. Un’altra metà oscilla tra l’indecisione e l’astensione. È di IPR la percentuale più elevata di indecisi e astenuti: addirittura un 59%. Decisamente meno per Demos, istituto che rileva il dato minimo sull’indecisione: 25%. In ogni caso, tutti i maggiori istituti danno il ‘No’ davanti al ‘Si’ per intenzioni di voto.

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Cosa ci dicono sondaggi referendum

Come ormai è risaputo, ciò che conta – più di un semplice dato – è lo sviluppo della tendenza. Come si è detto in precedenza, le rilevazioni hanno mostrato l’incremento del ‘No’ a scapito del ‘Si’, oltre a una costante riduzione del numero di indecisi. L’effetto della personalizzazione – che ha trasformato, per certi versi, il referendum in plebiscito – ha leso l’opzione sostenuta dal governo.

Molti elettori voteranno attraverso una prospettiva genuinamente politica, basata sul gradimento verso il governo Renzi. Abbiamo notato come chi è maggiormente schierato “con o contro” il governo, abbia una minore conoscenza della riforma. La fiducia/sfiducia a priori della riforma cardine di questo governo ha inciso fortemente sulle intenzioni di voto.

Sondaggi referendum: attenzione al voto occulto

Non è da escludere, in ogni caso, una certa parte di voto occulto, legato allo scarso indice di gradimento per il governo e per Matteo Renzi (che rimane il leader politico ritenuto maggiormente credibile). Una dichiarazione di voto a favore di un governo impopolare può essere malvisto. Pertanto, c’è da aspettarsi che il margine del ‘No’ sul ‘Si’ sia, in realtà, leggermente inferiore. Il risultato è ancora incerto e i due bandi sono pronti alle ultime stoccate. Adesso, però, senza l’ausilio dei sondaggi. Attraverso il calcolo della media dell’ultimo sondaggio disponibile di tutti gli istituti, si entra nella retta finale con il ‘No’ in vantaggio di quasi 4 punti sul ‘Si’ e quasi un 50% di indecisi/astenuti.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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