Referendum, Bill Emmott: il Duce perseguita la politica italiana

Pubblicato il 2 Dicembre 2016 alle 17:24 Autore: Ilaria Porrone
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Referendum, Bill Emmott: il Duce perseguita la politica italiana

Un fantasma perseguita la politica italiana, ed è quello di Benito Musssolini. E’ questo il pensiero di Bill Emmott. L’ex direttore dell’Economist, sulle pagine del Financial Times, sostiene che Matteo Renzi debba sconfiggere proprio il fantasma del Duce per convincere gli italiani a votare il referendum sulla riforma che concentrerebbe molti più poteri nelle mani del presidente del Consiglio. In caso di sconfitta, un altro ‘fantasma’ potrebbe entrare nella scena politica italiana a pieno titolo, ovvero quello di Beppe Grillo.

Referendum, Emmott: il Duce perseguita la politica italiana

Nella sua analisi della politica italiana degli ultimi anni, Emmott spiega: “gli errori di Renzi, che nel 2014 è diventato il più giovane primo ministro dall’Unità d’Italia nel 1861, sono cominciati con la sua decisione di personalizzare il referendum. Data la cronica assenza di crescita economica in Italia, l’alta disoccupazione e i redditi familiari stagnanti, il giudizio sui risultati del suo Governo non può che essere negativo” – e aggiunge: “c’è una seconda debolezza, anche maggiore: per favorire il cambiamento le sue riforme costituzionali concentrerebbero molto più potere nelle mani del primo ministro, cosa che gli italiani hanno conosciuto solo nei giorni di Mussolini, un fattore che renderebbe la prospettiva di un Governo del Movimento 5 Stelle ancora più spaventosa. Alcuni quindi, come Monti, si oppongono alla concentrazione di potere perché non amano o non si fidano di Renzi; altri, perché temono Grillo”.

Una serie di errori strategici che secondo Emmott potrebbero vanificare i contenuti positivi della riforma: la modifica dell’assetto del Senato e il superamento del bicameralismo perfetto o ancora lo snellimento delle procedure per la realizzazione delle grandi opere. Il problema, è che “quando le riforme sono viste come un unicum, le stesse rappresentano una spoliazione dei pesi e dei contrappesi nel sistema istituzionale italiano”. Un’assenza di contrappesi che potrebbe portare a conseguenze in caso di una eventuale vittoria del M5S di Beppe Grillo.

Referendum, Emmott: priorità cambiare la legge elettorale

E l’ostacolo più grande sembra rappresentato proprio dall’Italicum, la nuova legge elettorale “assicura a chi vince le elezioni di ottenere la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati. Questo naturalmente interessa Renzi, che ha governato due anni con una maggioranza risicata. Ma rappresenta la più grande chance per il Movimento 5 Stelle di salire al Governo e portare avanti la sua volontà di promuovere un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’euro. Questo rende l’assenza di pesi e contrappesi così pericolosa”. Un rischio per gli effetti che avrebbe sulle banche italiane, per l’impatto sui mercati finanziari e sulla moneta unica.

Per scongiurare il pericolo Renzi dovrebbe subito impegnarsi a cambiare l’attuale legge elettorale, abolendo il secondo turno ed eliminando il premio di maggioranza oppure prevedendolo sopra la soglia del 40 per cento dei voti. In caso di vittoria del no, invece, non si arriverebbe comunque ad una immediata vittoria del M5S, più probabile che Renzi lasci per poi essere sostituito da un altro esponente del Partito democratico o da un tecnico, ma anche in quel caso la priorità sarebbe il cambiamento della legge elettorale: “altrimenti il Duce Grillo potrebbe diventare una prospettiva concreta. E non sarebbe uno scherzo”.

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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