Poste Italiane: buoni fruttiferi postali, truffati risparmiatori nel Lazio

Pubblicato il 11 Gennaio 2018 alle 15:49 Autore: Daniele Sforza
Poste Italiane collabora con GdF per truffe sui Bfp nel Lazio

Poste Italiane: buoni fruttiferi postali, truffati risparmiatori nel Lazio.

Una collaborazione tra Poste Italiane e Guardia di Finanza ha messo in luce una truffa avvenuta nella filiale di Castel Sant’Elia, in provincia di Viterbo. La truffa è stata perpetrata ai danni di decine di cittadini che avevano investito sui buoni fruttiferi postali. L’operazione, intitolata Confidence, è partita alcuni mesi fa e ha avuto una risoluzione positiva nei giorni scorsi. Da quanto verificato, sono stati oltre 10 mila gli euro sottratti agli investitori.

Poste Italiane: truffe sui bfp nel Lazio

Come ha spiegato la Guardia di Finanza in una nota, l’inchiesta è partita da una denuncia fatta da una cittadina e da Poste Italiane relativamente all’ufficio postale di Castel Sant’Elia, un comune a circa 33 chilometri da Viterbo. Le indagini sono partite perché gli investitori si sono accorti che le somme accreditate sui propri libretti erano decisamente inferiori rispetto a quanto stimato. Le indagini, coordinate dalla Procura di Viterbo e supportate dalla sezione anti frode di Poste Italiane, hanno condotto a una terribile scoperta. Sono stati truffati decine di investitori, e non solo anziani, per somme che vanno dai 100 a decine di migliaia di euro.

Poste italiane: collaborazione stretta con GdF per truffe sui bfp

In merito all’accaduto, Poste Italiane ha dichiarato di aver fin da subito collaborato con le forze dell’ordine. Fornendo la massima disponibilità per quanto riguarda l’accertamento del reato. Pertanto, ha affermato che saranno adottate “tutte le misure disciplinari previste dalla normativa”. Inoltre ha confermato l’impegno “a garantire il risarcimento delle eventuali somme sottratte agli aventi diritto”.

Il responsabile della filiale, tale T. S. originario di Sutri, è stato fermato con la misura cautelare della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio. Inoltre è stato denunciato dall’autorità giudiziaria per l’ipotesi di reato di peculato, come previsto dall’art. 314 del codice penale.

La vicenda si è così conclusa con un lieto fine per i cittadini che avevano investito sui buoni fruttiferi postali. E che, invece di guadagnare le somme spettanti, hanno ricevuto degli accrediti ambigui nelle ultime settimane.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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