Sondaggi elettorali: Brexit, cosa ne pensano i britannici due anni dopo il referendum

Pubblicato il 24 Giugno 2018 alle 21:13 Autore: Emanuele Vena
sondaggi elettorali brexit - intenzioni di voto due anni dopo il referendum

Sondaggi elettorali: Brexit, cosa ne pensano i britannici due anni dopo il referendum

A due anni dal referendum che sancì l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, l’opinione pubblica britannica risulta ancora sostanzialmente spaccata a metà. A dirlo è uno dei sondaggi elettorali condotti da YouGov, che ha tastato gli umori dell’elettorato 24 mesi dopo quel 23 giugno 2016 che ufficializzò la cosiddetta Brexit.

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Sondaggi elettorali: referendum Brexit, quale sarebbe l’esito se si votasse oggi

Secondo l’istituto demoscopico, da circa 10-12 mesi a questa parte una leggera maggioranza di elettori appoggerebbe il “Remain”, ovvero la permanenza nell’UE. L’arretramento del fronte opposto del “Leave” è confermato anche da Survation. Tuttavia, per entrambi gli istituti il trend di medio periodo si conferma “ad elastico”, con un riavvicinamento delle posizioni cui segue un nuovo allontanamento in favore del Remain e così via. Un valore che, tenendo conto della forchetta media delle rilevazioni, conferma il testa a testa e la frattura profonda dell’elettorato in due fazioni di simili dimensioni.

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Piuttosto uniforme ed ampio è invece il giudizio – negativo – sui negoziati volti a formalizzare la Brexit. A bocciare l’operato del governo sono, per YouGov, ben 2 britannici su 3. Un giudizio netto tra i sostenitori del Remain (79%) ma nettamente maggioritario anche tra i supporter del Leave (57%). Il tutto sebbene – va detto – quasi la metà dell’elettorato ammetta di non seguire attentamente tutte le fasi del negoziato.

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Sondaggi politici elettorali: Brexit ed immigrazione, l’opinione degli elettori

Interessante è anche l’analisi della Brexit in relazione all’immigrazione, uno dei temi più scottanti dell’agenda politica europea. La maggioranza assoluta (51%) dell’elettorato crede che l’uscita dall’UE comporterà una riduzione del flusso migratorio verso Albione. Decisamente più eterogenee invece, secondo YouGov, le opinioni in merito alle ricadute della Brexit su altri settori. Con i maggiori effetti positivi registrati sul versante del servizio sanitario nazionale, mentre il 42% teme contraccolpi negativi sul piano economico.

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Ma cosa dovrebbe fare concretamente il governo sul versante immigrazione? Secondo Deltapoll, ben 7 britannici su 10 vorrebbero una riduzione del flusso in entrata. Un’ampia maggioranza sia tra i sostenitori del Leave (88%) che del Remain (60%).

Sondaggi elettorali: le intenzioni di voto due anni dopo la Brexit

Ma cosa voterebbero oggi gli elettori del Regno Unito, se fossero chiamati a rinnovare il Parlamento? Anche qui si conferma il trend di medio periodo, con una media sondaggi che certifica un testa a testa tra Conservatori (Tories) e Laburisti (Labour Party). Il dato più rilevante, in ottica Brexit, è però il totale disfacimento degli euroscettici UKIP, che 2 anni dopo il referendum risultano ridotti ai minimi termini, perdendo oltre 4/5 dei consensi e proseguendo un’inarrestabile discesa che li vedrebbe oggi addirittura sotto al 3%. Segno di come, evidentemente, il successo referendario abbia spinto l’elettorato a ritenerne conclusa la “mission” politica.

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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