Legge copyright Ue, ultime notizie: cosa prevede la direttiva. Europarlamento spaccato

Pubblicato il 4 Luglio 2018 alle 17:22 Autore: Giancarlo Manzi
Legge Copyright Ue

Legge Copyright Ue, ultime notizie: cosa prevede la direttiva. Parlamento europeo spaccato

Non si placano le polemiche in merito alla direttiva sul copyright proposta dalla Commissione Affari Legali del Parlamento Ue. Direttiva che ieri ha scatenato la clamorosa protesta di Wikipedia. Tutti gli utenti che hanno provato ad accedere alle pagine della famosa enciclopedia on line si sono infatti trovati di fronte ad una durissima lettera contro il testo.

La questione ha generato un durissimo botta e risposta tra la stessa Wikipedia e l’Ue. La prima ha paventato pericoli per la libertà della rete, l’altra ha controreplicato, assicurando che le enciclopedie non verrebbero comunque toccate dal provvedimento. Wikimedia Italia però non ha lesinato un’ulteriore risposta, affermando che la mobilitazione non è stata promossa soltanto per ‘se stessa’, bensì per difendere i diritti di tutti gli utenti di internet.

Intanto, domani dovrebbe tenersi un dibattitto presso l’europarlamento. Mentre gli altri eurogruppi sembrano essere divisi al loro interno sulla questione, l’Efdd (Europa della Libertà e della democrazia Diretta), come annunciato dall’eurodeputato del M5S Isabela Adinolfi, ha chiesto che sul provvedimento si avvii una discussione in seduta plenaria. Obiettivo: la modifica della direttiva attraverso la presentazione di emendamenti. Per farlo, però, è necessario che la richiesta sia avallata da almeno un decimo degli europarlamentari (76) entro la mezzanotte di oggi. In caso contrario, all’Europarlamento resterà soltanto una trattativa politica con il Consiglio Europeo. Ma sempre sulla base del testo già approvato in Commissione Affare Legali.

Legge copyright Ue: i dettagli sulla direttiva

Sono due, in particolare, gli articoli che stanno generando il vespaio delle ultime ore. In primis, il numero 11 riguardante i cosiddetti ‘snippet’, ossia la piccola anteprima che si trova in calce al link di un articolo su Google o sui social. Ebbene, la Commissione Affari Legali dell’Europarlamento ritiene che proprio quell’esiguo numero di caratteri, seppur minimo, debba essere soggetto al rispetto del diritto d’autore. Di conseguenza, ha previsto allora che, prima di condividere un ‘pezzo’, sia necessario munirsi di un’autorizzazione specifica. Oltre al pagamento di un compenso all’editore proprietario a tutti gli effetti del contenuto in questione.

Poi, c’è l’articolo 13. Qui il discorso è ancora più complesso. L’obiettivo del testo è quello di colmare il gap esistente tra le diverse piattaforme di condivisione nel pagamento dei diritti d’autore su uno specifico contenuto. Un esempio, per capirci: su una canzone, Spotify paga quasi 20 volte in più di Youtube. Oggi, inoltre, il responsabile del contenuto pubblicato è colui che lo carica (l’utente), e non la piattaforma su cui poi appare; quest’ultima semplicemente si limita a cancellarlo una volta scovato l’illecito.

La direttiva, invece, vorrebbe impedire alla ‘nascita’ la violazione del copyright, imponendo alle aziende la creazione di un algoritmo specifico in grado di verificare il rispetto o meno del diritto d’autore. Un modo per filtrare prima e non dopo la pubblicazione. In aggiunta, è previsto che le piattaforme si dotino di una apposita licenza, permettendo così agli autori del contenuto di ottenere un equo compenso per la loro creatività.

Legge Copyright Ue: gruppi dell’europarlamento divisi

Per ora, le posizioni politiche sulla direttiva sono apparse confuse. La nuova legge europea sul copyright ha provocato infatti non poche divisioni all’interno dei gruppi dell’europarlamento. Spaccata l’ ‘Alleanza Liberali e Democratici per l’Ue’. Così come ‘Socialisti e Democratici’, che non hanno espresso una posizione comune. A riprova, l’atteggiamento degli eurodeputati italiani del PD; alcuni si sono dichiarati favorevoli al provvedimento, altri contrari. Insomma, confusione.

Soltanto l’Efdd sembra compatto a sfavore del testo. L’europarlamentare Isabella Adinolfi del M5S, intervistata ieri dal Fatto Quotidiano, ha fatto sapere che il gruppo ha presentato istanza per portare la discussione in seduta plenaria. Un modo per provare a modificare il testo presentando degli emendamenti ad hoc. Necessario il consenso di almeno 76 eurodeputati. Se così sarà, domani il voto. Contrario, per l’Italia, anche Daniele Viotti del PD. Così come 24 tra politici ed esponenti della società civile del bel paese, che hanno firmato un appello per bloccare la direttiva. Tra loro, anche alcuni assessori dei comuni di Milano, Bologna e Lecce, oltre a Fabrizio Barca.

Legge Copyright Ue: le ragioni di proponenti e detrattori

I favorevoli alla direttiva sono uniti da un unico pensiero: garantire un giusto compenso a chi produce un contenuto editoriale. Secondo i detrattori, invece, i paletti imposti dal testo limiterebbero fortemente la libertà degli utenti di internet, avvantaggiando soltanto le grandi aziende a sfavore di quelle medio-piccole. In particolare, riguardo al filtro previsto per capire alla fonte se un contenuto rispetta o meno il diritto d’autore. Chi si dice contrario infatti ritiene che a potersi permettere la creazione di un algoritmo così complesso sarebbero soltanto le piattaforme più potenti (Google, YouTube, Spotify). A discapito dei pesci più piccoli, di fatto la stragrande maggioranza (almeno sotto il profilo numerico) delle realtà economiche presenti sulla rete.

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