Tfr e Tfs: liquidazione pubblici e privati in caso di morte. L’importo

Pubblicato il 5 Luglio 2018 alle 09:47 Autore: Daniele Sforza
Tfr e Tfs: liquidazione agli eredi dei dipendenti decedeuti

Tfr e Tfs: liquidazione pubblici e privati in caso di morte. L’importo.

Il Tfr e il Tfs devono essere liquidati ai superstiti dei dipendenti pubblici e privati in caso di decesso di questi ultimi. Infatti, agli eredi spetta il patrimonio dei beni mobili e immobili ma anche i crediti ancora in corso nei confronti di terzi. E in caso di Tfr e Tfs, non importa se ormai sia passato del tempo e il datore di lavoro non abbia ancora corrisposto quanto dovuto. Il trattamento di fine rapporto e di fine servizio, infatti, cade in prescrizione solo 5 anni dopo il termine del rapporto di lavoro.

Tfs e IPS ai superstiti del dipendente: cosa dice l’Inps

Come scrive l’Inps sul suo portale, i superstiti dei dipendenti pubblici ricevono il Tfs, vale a dire la Buonuscita, oltre all’Indennità Premio Servizio (IPS). Quest’ultima deve essere versata al coniuge superstite del dipendente; l’ordine degli aventi diritto segue poi la seguente scaletta. Organi, genitori, fratelli e sorelli a carico del dipendente; eredi testamentari ed eredi legittimi. L’ordine è così rispettato anche per la buonuscita, per cui il coniuge superstite e i figli orfani hanno tuttavia pari diritti.

Inoltre, “nel caso di decesso dopo il collocamento a riposo, la somma maturata a titolo di indennità di Tfs entra a far parte dell’asse ereditario come ogni altro bene. E deve essere corrisposta agli eredi legittimi e/o testamentari secondo le norme che regolano la successione”. L’Istituto ricorda infine che il Trattamento di fine servizio non è richiedibile. E viene liquidato d’ufficio senza bisogno di domanda. Quest’ultima potrà essere inoltrata al datore di lavoro solo se quest’ultimo non corrisponda quanto dovuto. Il legittimo erede a cui dovrà essere versato il Tfs dovrà quindi inviare un sollecito per mezzo posta raccomandata A/R.

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Tfr e ISP ai superstiti del dipendente: come funziona

Al decesso del dipendente, il datore di lavoro sarà chiamato a corrispondere agli eredi quanto dovuto. Vale a dire: la retribuzione dell’ultimo periodo, l’indennità sostitutiva del preavviso; nonché il Trattamento di fine rapporto.

Come ricorda La Legge per Tutti, il Tfr e l’ISP “spettano agli eredi anche se hanno rifiutato l’eredità o se l’hanno accettata con beneficio di inventario”. Per ciò che concerne gli altri compensi, come ad esempio la retribuzione dell’ultimo periodo o i permessi e le ferie non godute, questi vengono assegnati in base alla successione.

Qualora l’obbligo del datore di lavoro non venga rispettato, i superstiti del dipendente dovranno sollecitare il pagamento di quanto dovuto tramite domanda da presentare per mezzo posta raccomandata con ricevuta di ritorno. I legittimi eredi a cui spetta il Tfr dovranno comunque presentare apposita documentazione per dimostrare di avere diritto al trattamento. I documenti da presentare al datore di lavoro sono i seguenti.

  • Certificato di morte del dipendente.
  • Stato di famiglia.
  • Atto notorio attestante lo stato di convivenza di parenti e affini.
  • Copia del testamento, con eventuale atto notorio per la successione legittima.

Si ricorda che ai superstiti del lavoratore spettano anche la retribuzione relativa all’ultimo periodo, le varie indennità non corrisposte, e il compenso relativo alle ferie e ai permessi non goduti.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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