Riforma intercettazioni, lo stop di Bonafede. Ecco cosa prevede il testo varato dal governo Gentiloni

Pubblicato il 11 Luglio 2018 alle 16:04 Autore: Giancarlo Manzi
Prescrizione reati tributari, edilizi e ambientali: cosa prevede la riforma. riforma intercettazioni Alfonso Bonafede: chi è il ministro della Giustizia M5S Daisy Osuke

Riforma intercettazioni, Bonafede annuncia lo stop. Ecco cosa prevede il testo varato dal Governo Gentiloni

Stop alla riforma sulle intercettazioni. È l’annuncio fatto stamattina dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nell’illustrare le linee programmatiche del suo nuovo mandato nella Commissione preposta del Senato. Il Guardasigilli conferma dunque quanto dichiarato qualche settimana in un convegno organizzato dal Csm. L’intento è quello di marcare una forte discontinuità rispetto al governo Gentiloni, che aveva varato il testo nel dicembre scorso. Riforma questa che sarebbe entrata in vigore da qui a pochi giorni.

Le modifiche introdotte dalla riforma sulle intercettazioni – le parole di Bonafede secondo quanto riportato da Adnkronos – “appaiono come un dannoso passo indietro sulla strada della qualità ed efficacia delle indagini e rispetto alla corretta distribuzione dei compiti funzionali tra i diversi soggetti coinvolti”. “Il decreto legislativo – ha continuato il ministro – “non riesce nell’obiettivo di assicurare un effettivo contemperamento dei diversi interessi richiamati”. Si attende dunque, a strettissimo giro, un atto ufficiale da parte del Governo, con una proroga dell’entrata in vigore delle nuove norme.

Certo, a onor di cronaca, il titolare del dicastero di via Arenula non ha ancora ben specificato se si interverrà o meno con un decreto correttivo ad hoc per ‘demolire’ e rinnovare il testo in questione. O se, più semplicemente, l’esecutivo lascerà tutto com’era prima dell’intervento promosso dall’ex Guardasigilli Andrea Orlando.

Bonafede, inoltre, ha detto di voler intervenire su corruzione e legittima difesa (tema quest’ultimo molto caro alla Lega). Ma anche in merito alla prescrizione. Sul punto il Ministro della Giustizia ha paventato infatti una possibile sospensione della decorrenza del termine della stessa dopo la sentenza di primo grado.

Riforma intercettazioni: cosa prevede il testo varato dal Governo Gentiloni

Ma cosa prevede il testo approvato a dicembre 2017? Sono cinque i punti chiave della riforma intercettazioni.

Nuovo reato di diffusione riprese e registrazioni fraudolente – Chi, con qualsiasi mezzo, e al solo scopo di provocare un danno di immagine, diffonde riprese, registrazioni o chat ‘raccolte’ in maniera fraudolenta, rischia il carcere fino a 4 anni. Il tutto fatto comunque salvo il diritto di cronaca per i giornalisti.

Divieto di trascrizione delle conversazioni irrilevanti – È uno dei punti maggiormente contestati. E prevede il divieto di trascrizione, anche sommaria, di comunicazioni o conversazioni irrilevanti ai fini delle indagini in corso (sia per l’oggetto che per le persone coinvolte). Nonché di quelle riguardanti dati personali sensibili. Sempre, ovviamente, che non siano ritenute anch’esse come prova di eventuale crimine.

Nuova procedura per la raccolta delle intercettazioni in due fasi – Dopo la raccolta di conversazioni o comunicazioni, il decreto del governo Gentiloni impone che la polizia giudiziaria trascriva e acquisisca solo quelle ritenute rilevanti. Le parti cancellate, perché non considerate utili, finiscono in un archivio riservato, sotto custodia del Pubblico Ministero. Per esse rimane la sola facoltà di ascolto ed esame da parte degli avvocati e del giudice. Ma non quella di copia delle stesse.

Stretta all’utilizzo dei trojan – Il testo, inoltre, mette in campo una stretta sull’uso dei cosiddetti ‘Trojan’, quei programmini informatici inseribili in smartphone, pc o tablet, che favoriscono le intercettazioni ambientali. Trojan che, sempre secondo la riforma del precedente governo, vanno disattivati in caso di rilevazioni attuate all’interno della dimora privata dell’indagato. La suddetta prescrizione, comunque, non vale per reati come mafia e terrorismo.

Più riservatezza nel rapporto avvocato/difensore – Al già previsto divieto di intercettazione nei confronti dell’avvocato difensore, il decreto aggiunge, infine, lo stop alle verbalizzazioni di conversazioni captate per errore nel rapporto tra legale e cliente sottoposto a indagine.

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