Bollo auto 2018: fermo amministrativo blocca la vendita, quando accade

Pubblicato il 27 Agosto 2018 alle 00:10 Autore: Daniele Sforza
Bollo auto: fermo amministrativo blocca vendita

Bollo auto 2018: fermo amministrativo blocca la vendita, quando accade.

Fermo amministrativo auto, stop alla vendita


Il mancato pagamento del bollo auto può portare al fermo amministrativo del veicolo qualora non ci si metta in regola con la cartella notificata. Ma non solo. Se il contribuente riceve una o più cartelle ma non paga i debiti dovuti, l’Agente della Riscossione può provvedere a tutelarsi ancorando il credito tramite alcune procedure che intimano al debitore di mettersi in regola il prima possibile. Tra questi provvedimenti cautelari spunta anche il fermo amministrativo dell’auto, che è una delle pratiche più diffuse qualora un mancato pagamento del bollo venga notificato ma non pagato.

Bollo auto: fermo amministrativo, cosa comporta

Il fermo amministrativo del veicolo comporta il divieto di circolare su strada, ma anche l’impossibilità di cancellare l’auto dal Pubblico Registro Automobilistico. Altre conseguenze importanti legate al fermo amministrativo riguardano l’impossibilità di demolire il veicolo, esportarlo all’estero, oppure venderlo. È capitato e può ancora capitare che un contribuente venda un’auto su internet; ma quando si reca all’ACI per il passaggio di proprietà, venga a sapere che è impossibile proseguire con le pratiche. Perché? Perché l’auto è in fermo amministrativo ed è dunque impossibile procedere con il passaggio di proprietà.

La regolarizzazione del debito deve avvenire in maniera immediata, ma le tempistiche possono essere molto lunghe, per cause burocratiche o tecniche. Ci sono dei casi in cui la vendita del veicolo può comunque avvenire, ma i divieti di circolazione e tutte le proibizioni sopraccitate permangono sull’auto suddetta, con la conseguenza che la vendita possa risultare nulla.

Esenzione fermo amministrativo: chi può averla.

Bollo auto e fermo amministrativo: come difendersi

Come scrive Costantino Ferrara (vicepresidente di sezione della Commissione Tributaria di Frosinone e Giudice onorario del Tribunale di Latina) sul Sole 24 Ore, il fermo amministrativo risulta “una misura particolarmente invasiva per il contribuente”. Le conseguenze del fermo possono essere molto serie per i cittadini. Il divieto di circolazione imposto su un’auto che serve per trasferimenti finalizzati a terapie e cure sanitarie o per motivi professionali vanno a gravare pesantemente sulla situazione economica del singolo o dell’eventuale nucleo familiare. Se poi il fermo amministrativo viene applicato per una tassa non pagata la cui entità sia decisamente bassa, allora occorrerebbero misure di tutela che vieterebbero l’applicazione di tale misura.

Per ovviare al cortocircuito burocratico di cui abbiamo appena parlato, il soggetto può optare per la sospensione del fermo amministrativo; questa avviene solo a seguito della rateizzazione del debito, del pagamento di una prima rata e della sospensione del fermo stesso. Ottenuta l’autorizzazione, spetterà al soggetto recarsi al PRA per l’ultima fase di accettazione della sospensione. Quest’ultima non è da confondere con la cancellazione, che invece avviene solo a debito interamente pagato, comprensivo di interessi e sanzioni.

Ovviamente è possibile anche contestare il fermo amministrativo, previo consulto con un legale di fiducia e presentando apposito ricorso. Quest’ultimo potrà essere presentato solo nei casi in cui il fermo amministrativo sia esplicitamente illegittimo.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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