Lira turca: analisi Euro-Dollaro, cosa sta succedendo a metà settembre?

Pubblicato il 17 Settembre 2018 alle 12:09 Autore: Giovanni De Mizio
Lira turca, banconote

In Turchia c’è stato un inaspettato braccio di ferro fra il “padrone” del Paese, il presidente Recep Tayyip Erdogan, e la Banca Centrale, che si è “ribellata” aumentando i tassi di interesse al 24% (dal 17,75%). L’obiettivo è fermare il crollo della lira turca, vittima sia della forza del dollaro che della crisi politica del Paese.

Se un anno fa il cambio contro il biglietto verde era a 3,5 lire turche, oggi ne servono ben 6,26.

Cosa è successo alla lira turca?

Per tradizione, il denaro entra ed esce dalla Turchia molto velocemente. Arriva copioso quando la situazione politica è stabile, fugge via quando la situazione si fa più rischiosa, sia per motivi interni che per sintomi di rallentamento economico globale.

Questo ha creato un profondo deficit commerciale, che va unito a un debito in valuta forte diventato, a causa del cambio, molto più pesante e difficile da pagare.

In questi casi, di solito, la banca centrale alza i tassi di interesse per invogliare gli investitori e riportare valuta forte nel Paese. Erdogan, invece, urlando al complotto internazionale, ha impedito alla banca centrale di fare il proprio mestiere, portando l’inflazione alle stelle.

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Una guerra economica interna

Giovedì la banca centrale ha alzato i tassi di interesse al 24%, superando le attese che puntavano a un rialzo fra il 21 e il 22%. La lira turca ne ha beneficiato, e così anche la borsa di Istanbul. Il guaio è che se il Paese dovesse entrare in recessione (probabile) la banca centrale diventerà il capro espiatorio. Come conseguenza, ci sarebbe una purga che porterebbe l’istituto sotto il totale controllo del governo. Con conseguenze potenzialmente disastrose.

Intanto Erdogan ha risposto alla “ribellione” trasferendo sotto il proprio controllo 200 miliardi di economia turca. Il presidente ha nominato sé stesso a capo del Fondo Sovrano di Ankara. Questo significa che le aziende potrebbero essere gestite per fare interessi politici, senza perseguire quelli di economicità, efficienza ed efficacia.

Il rischio è che molte aziende turche finiscano in dissesto.

Analisi Forex: lira turca contro dollaro ed euro

Se Erdogan non ammorbidirà il suo approccio, la lira turca potrebbe continuare il suo crollo. Una manovra insoddisfacente potrebbe portare il cambio contro il biglietto verde a 7 lire. Una manovra disastrosa lo spingerebbe fino a 8, considerato il prezzo obiettivo da parte degli analisti.

Contro l’euro l’obiettivo del crollo sarebbe 9 lire dalle attuali 7,30.

Viceversa, una manovra di bilancio in grado di ripristinare fiducia nella volontà del governo di stabilizzare la situazione economica dovrebbe dare lieve respiro alla lira turca. In questo caso, comunque, resterebbero i problemi di medio termine.

La valuta potrebbe quindi stabilizzarsi poco sotto le 6 lire contro il dollaro e intorno alle 6,5 lire contro l’euro.

Come muoversi sulla Turchia

Gli investitori con bassa propensione al rischio dovrebbero evitare di investire nel Paese. Chi invece può permettersi di rischiare qualcosa, può considerare investimenti in obbligazioni denominate in valuta forte (euro e dollaro) che offrono rendimenti molto interessanti e limitato rischio di cambio.

Il rapporto fra debito e PIL è molto basso, per cui la Turchia può avere un buon cuscinetto su cui attutire un atterraggio che potrebbe essere molto duro.

Bisognerà però tenere bene in considerazione la volatilità. Le montagne russe su cui andrà la lira turca potrebbero essere molto ripide e l’investitore dovrà avere nervi saldi.

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