Manovra finanziaria 2019: settore bancario, il piano di riforme del governo

Pubblicato il 9 Ottobre 2018 alle 07:26 Autore: Giovanni De Mizio
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Manovra finanziaria 2019: settore bancario, il piano di riforme del governo

Manovra 2019: il punto della situazione sulle banche


La manovra finanziaria comprenderà anche aspetti che saranno meno pubblicizzati rispetto alle bandiere di Lega e M5S, ma non saranno meno importanti. Fra di essi ci saranno gli interventi sul settore bancario.

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Manovra finanziaria: al settore bancario serve l’Europa

Il 2019 sarà un anno importantissimo per la finanza europea. Con la Brexit, infatti, ci sarà un travaso di persone e soldi da un lato all’altro della Manica. Londra potrebbe perdere il trono di regina del settore a favore di Parigi e Francoforte.

Il governo, nella bozza del Piano Nazionale di Riforme (PNR) ha affermato che perseguirà innanzitutto la tutela del risparmio. Per farlo, il governo riconosce la necessità di cooperare con l’Unione Europea in particolare per completare l’Unione Bancaria.

Il problema è che queste (buone) intenzioni si scontrano con la volontà di fare muro fra Roma e Bruxelles. Proprio l’ascesa di Lega e M5S (insieme agli altri partiti euroscettici), infatti, ha reso più timorose Francia e Germania, ovvero i Paesi che più rischiano di sopportare gli errori di un’Unione Bancaria partorita male.

L’Italia potrebbe beneficiare di regole certe sul settore bancario, ma per scriverle è necessaria fiducia fra le parti. Uno scontro a livello europeo potrebbe non essere il miglior biglietto da visita.

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Manovra finanziaria: crediti deteriorati e GACS

Il governo ha intenzione di proseguire sulla strada dello sgonfiamento dei bilanci bancari. L’intenzione è continuare a rafforzare i bilanci delle banche e intanto ripulirle dei crediti deteriorati.

A marzo 2019 scadranno le GACS, le garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze. Erano già scadute il 9 settembre, ma il governo ha chiesto e ottenuto un’estensione fino alla primavera.

Si tratta di uno strumento che avrebbe dovuto aiutare le banche a smaltire i crediti deteriorati e permettere loro di riaprire i rubinetti del credito. Le banche, dopo aver pagato una commissione allo Stato, hanno potuto godere di garanzie statali su alcune operazioni di vendita di sofferenze.

Il governo valuterà in manovra finanziaria se estendere questo strumento anche per il futuro. Le prime analisi mostrano che l’impatto delle GACS è stato limitato. Il maggior contributo alla risoluzione delle sofferenze è stato dato dal miglioramento delle condizioni economiche.

Il problema è che nel programma di governo sono presenti alcune misure che potrebbero rallentare il processo di pulizia. Fra di esse, da segnalare la volontà di rendere impossibili le azioni nei confronti dei morosi senza autorizzazione giudiziaria.

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Manovra finanziaria: il fintech è solo uno hashtag?

Anche nel campo dell’innovazione finanziaria è necessaria la cooperazione con le istituzioni internazionali. A cominciare dall’Unione Europea. Il governo scrive che il prossimo anno dedicherà “attenzione specifica” alle nuove tecnologie.

Il settore bancario è infatti in corso di profonda ristrutturazione, in alcuni casi ai limiti della demolizione. Nuove tecnologie e nuovi attori stanno entrando nel settore per rendere più semplici e sicuri i pagamenti e, ovviamente, guadagnare soldi. Si pensi soltanto ai vari Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay.

Il rovescio della medaglia è che molti lavori diventeranno progressivamente più inutili e verranno tagliati. Il governo dovrà fare molta attenzione per fare in modo che le persone che perderanno il posto di lavoro possano essere “riconvertite” e diventare utili alle nuove tecnologie bancarie.

Purtroppo i dettagli sono scarsi, come l’attenzione del governo sull’argomento. Senza contare che in caso di scontro sulla manovra finanziaria ci sarà ben poco da cooperare con Bruxelles.

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