Oro Banca D’Italia: valore in euro, numero e storia dei lingotti

Pubblicato il 14 Febbraio 2019 alle 11:27 Autore: Gianni Balduzzi

Oro Banca d’Italia, abbiamo le terze riserve le mondo per dimensioni dopo USA e Germania, dove sono e cosa ci si può fare

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Oro Banca D’Italia: valore in euro, numero e storia dei lingotti

Non si sa se l’idea di Borghi di specificare che l’oro della Banca d’Italia sia solo italiano, per poterlo forse usare come strumento di politica economica interna, sia appoggiata da larghe fasce della maggioranza o meno. Ma non è un’idea nuova.

Del resto l’Italia è il terzo Paese al mondo con più riserve d’oro nei propri forzieri. Si tratta di 2.451,8 tonnellate. Dopo USA e Germania e prima di Cina e Francia.

Nello specifico si tratta di 95 mila lingotti e 870 mila pezzi di monete d’oro.

Tuttavia solo il 44% è in Italia, nello specifico a Palazzo Koch, a Roma. Il 43,3% è negli USA, il 5,7% a Londra, il 6% a Basilea, presso la Banca dei Regolamenti Internazionali.

Questo perché negli anni la Banca Centrale italiani ha comprato oro sui mercati internazionali, conservandoli spesso laddove l’acquisto è avvenuto. Ma vi sono anche motivi di sicurezza e diversificazione. È chiaro che ai tempi della Guerra Fredda si pensò di tenere una parte dell’oro negli USA per ovviare alle conseguenze di una invasione del Paese da parte del Blocco Comunista

Prezzo oro: quotazione e valore a inizio febbraio 2019, oro banca d'Italia
Prezzo oro: quotazione e valore a inizio febbraio 2019

Oro Banca d’Italia, quanti miliardi vale

Il valore totale dell’oro posseduto dall’Italia è di 91,8 miliardi. È chiaro che rispetto ai 2300 miliardi di debito pubblico italiano è poca cosa. E rappresenta anche una quota piuttosto piccola, meno del 10%, degli attivi della Banca d’Italia, che hanno raggiunto i 931 miliardi grazie agli acquisti di titoli di Stato finanziati dalla BCE.

Secondo il Trattato Ue non è possibile usare questo oro per scopi di politica economica, ma solo per mantenere stabile l’euro e contrastare crisi valutarie (come quella turca del 2018 per esempio).

Tuttavia già in passato si era pensato di utilizzarlo in qualche modo per ridurre il debito. Prodi aveva proposto di costituire un fondo finanziario europeo con capitale costituito da tutte le riserve auree dei Paesi dell’area euro, e usarlo per acquistare 2300 miliardi di titoli e abbattere il debito pubblico.

Non se ne fece nulla.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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