Tasse compravendita oro: importo, come funziona e chi paga

Pubblicato il 18 Giugno 2019 alle 18:55 Autore: Claudio Garau

Come funziona il rapporto tra tassazione e compravendita oro? Ci sono particolari tasse da pagare o il cittadino ne è esente?

Tasse compravendita oro importo, come funziona e chi paga
Tasse compravendita oro: importo, come funziona e chi paga

È risaputo quanto l’oro sia considerato un bene rifugio, un investimento sicuro ed efficace, ma anche è ben nota la prassi di molte persone che, al fine di ottenere liquidità in modo immediato, si rivolgono ai diffusissimi Compro Oro sparsi sul territorio italiano, e in questi negozi effettuano la vendita dell’oro di proprietà. Vediamo di seguito come funziona il meccanismo dal punto di vista fiscale, se cioè occorre pagare tasse oppure no.

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Compravendita oro: quali regole fiscali seguire?

La domanda che si fa chiunque intende vendere oro per ricavarci denaro, è la seguente: su una vendita di uno o più oggetti d’oro, è necessario pagare le tasse? occorre cioè denunciare il ricavato e indicarlo nel 730? Fondamentalmente il principio da seguire, per capire se la vendita oro è tassabile, è quello che richiama i concetti economici di minusvalenza e plusvalenza. Pertanto, se è in gioco una minusvalenza (vale a dire la vendita del bene ad un prezzo inferiore al suo valore), la legge consente al privato cittadino di non svolgere alcun apposito adempimento fiscale, e non c’è quindi alcun carico fiscale collegato. Viceversa, in caso di plusvalenza (ovvero di vendita del bene ad un prezzo che comporta un ricavo maggiore del valore di esso) il cittadino venditore dovrà fare apposita dichiarazione all’Agenzia delle Entrate, onde sottoporsi alla tassazione. Ciò vale per tutti i casi di compravendita di oggetti usati, e quindi anche per l’oro.

Il caso dei Compro Oro: ci sono tasse di mezzo?

La regola generale della prassi delle compravendita di oro è che laddove un privato venda un oggetto d’oro ad un altro soggetto (il quale può essere, ad esempio, un Compro Oro o un altro privato), il prezzo versato sarà comunque inferiore al valore di quotazione dell’oro. Ciò si verifica perché ambo le parti del contratto di compravendita, debbono pur realizzare un guadagno economico (il Compro Oro acquista l’oro ad un prezzo inferiore e così facendo non rischia di dover chiudere l’attività anzitempo, il venditore pur di avere liquidità immediata, si “accontenta” di incassare di meno). Ne consegue che si tratterà, nella generalità dei casi, di minusvalenza e, in quanto tale, non sarà necessario dichiarare nulla al Fisco: il prezzo di acquisto, in altre parole, è già calcolato al netto della tassazione.

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In conclusione, è opportuno però fare presente questo aspetto: in caso di compravendita di oro che abbia generato un guadagno comunque piuttosto cospicuo (perché ad esempio sono stati venduti molti oggetti d’oro), è sempre consigliabile che il privato venditore conservi la ricevuta dell’operazione, che attesta lo scambio e la provenienza del denaro. Infatti, nell’ipotesi che questo denaro, in un secondo tempo, sia versato in banca, ci sarebbe la possibilità che l’Agenzie delle Entrate domandi l’origine di esso: attraverso una ricevuta sarebbe facile dimostrare la regolarità del trasferimento del denaro.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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