Contratto a tempo determinato: categorie protette, quali sono e posti spettanti

Pubblicato il 7 Agosto 2019 alle 08:40 Autore: Claudio Garau

Contratto a tempo determinato per le categorie protette: quali sono le quote, chi può essere assunto e qual è la disciplina normativa.

Contratto a tempo determinato: categorie protette, quali sono e posti spettanti

Le categorie protette hanno speciali tutele, in materia di lavoro. Ciò anche in caso di stipulazione di contratti a tempo determinato. Vediamo allora quali garanzie il legislatore ha specificamente previsto per loro e come si caratterizzano.

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Contratto a tempo determinato e categorie protette: il contesto e le quote

La normativa del lavoro prevede che ogni azienda che abbia più di 15 dipendenti, sia tenuta – per motivi legati alle dimensioni della stessa – ad assumere, con contratto a tempo indeterminato o determinato persone appartenenti alle cosiddette categorie protette. Per chiarezza, però vediamo quando una persona è considerabile appartenente alle categorie protette. Secondo la legge, una persona rientra nella categoria laddove presenti un certo grado di invalidità o disabilità accertato, oppure laddove sia in una situazione di particolare disagio. Per esempio, si tratta di orfani, vittime del terrorismo, ciechi, sordi, invalidi di guerra. In ogni caso, le categorie protette hanno diritto ad assunzioni obbligatorie, che pongono loro – per oggettive ragioni meritevoli di tutela – in una posizione preferenziale rispetto alle altre persone.

Sul piano delle quote, ovvero del numero di posti effettivamente disponibili in azienda, per le categorie protette, la legge ha previsto proporzioni tassative. Esse riguardano il numero totale dei dipendenti assunti in organico ed il numero di appartenenti alle categorie protette contrattualizzati (anche a tempo determinato). Pertanto abbiamo che se l’azienda ha un personale tra le 15 e le 35 unità, dovrà essere assunta almeno una persona appartenente alle categorie protette; tra le 36 e le 50 unità, invece minimo due persone; laddove invece, l’azienda abbia un personale superiore alle 50 unità, è fissata una percentuale pari al 7% di persone assunte e rientranti nelle categorie protette. Tuttavia, la legge non vieta al datore di lavoro, particolarmente orientato ad un intento solidaristico, di assumere più persone di questa categoria, rispetto al minimo stabilito dalla legge.

Per quanto riguarda il computo del personale totale, al fine di stabilire se e quanti soggetti appartenenti alle categorie protette, vanno assunti (anche con contratto a tempo determinato), occorre tenere in considerazione ogni figura già inserita in azienda: dagli apprendisti fino ai dirigenti. Va specificato, inoltre, che nel computo mirato a stabilire quante assunzioni obbligatorie occorre fare, è necessario conteggiare anche coloro che siano in azienda grazie ad un contratto a tempo determinato.

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Come funziona questo contratto per le categorie protette

A questo punto, vediamo come di fatto è attivato il contratto a tempo determinato, nei confronti delle categorie protette. Esso può essere incentivato anzitutto attraverso apposite convenzioni, vale a dire accordi ad hoc mirati a favorire l’integrazione sociale e lavorativa delle categorie protette. Ciò anche grazie a contratti a tempo determinato. In mancanza di convenzione, sarà comunque possibile l’accesso al lavoro per le categorie protette, attraverso offerte di lavoro appositamente rivolte a persone di quest’area, le quali riporteranno espressamente il dato di essere offerte per categorie protette.

Dal punto di vista della disciplina del contratto a tempo determinato, il lavoratore rientrante nella categoria protetta, assunto con contratto a tempo determinato, ha esattamente gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri lavoratori subordinati dell’azienda. In altre parole, ad essi come a tutti gli altri, è applicata la normativa sui contratti a tempo determinato, così come definita a livello retributivo e organizzativo, dal decreto Dignità voluto dall’attuale Governo. D’altra parte quest’ultimo provvedimento incide sulla totalità del settore lavoro in Italia, con importanti novità sia sul rapporto tra attività di imprese, datori di lavoro e dipendenti, sia sul piano delle nuove semplificazioni fiscali per i professionisti.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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