Aumento stipendio 2020: bonus busta paga, ecco le due ipotesi

Pubblicato il 24 Settembre 2019 alle 10:08 Autore: Daniele Sforza

Aumento stipendio 2020, uno degli obiettivi del nuovo esecutivo, con un primo passo che dovrebbe già essere fatto con la prossima Manovra.

Aumento stipendio 2020: bonus busta paga, ecco le due ipotesi

Oltre allo stop agli aumenti Iva, un altro obiettivo dichiarato del governo corrisponde a un aumento stipendio nel 2020 per i dipendenti con busta paga, ma solo fino a una certa soglia di reddito. Il bonus 80 euro sarebbe inglobato nella misura e andrebbe ad estendersi anche a due categorie a oggi escluse: quelli che percepiscono meno di 8.000 euro all’anno (i cosiddetti incapienti) e quelli che ne percepiscono dai 26.000 ai 35.000. Una misura che tuttavia ha un costo e che potrebbe essere spalmata nell’arco di un triennio, insieme ad altre azioni finalizzate a favorire la crescita economica e l’occupazione.

Aumento stipendio 2020: le due ipotesi

Gli esperti del MEF stanno di fatto lavorando a due ipotesi, rivela Il Sole 24 Ore. La prima corrisponde a un taglio del cuneo fiscale, in forma di credito d’imposta, che conglobi il bonus 80 euro e che possa confluire direttamente nelle buste paga dei lavoratori con una mensilità aggiuntiva, 1.500 euro nel mese di luglio. La seconda ipotesi, invece, riguarda un taglio della quota contributiva a carico dei lavoratori, al fine di incrementare le cifre che compaiono in busta paga e con l’obiettivo finale di rilanciare i consumi e quindi dare una spinta alla crescita economica.

Manovra 2020: l’estensione del bonus Renzi

La Manovra 2020 dovrebbe vertere anche su questo, risorse permettendo. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sta però ragionando su un piano che veda la sua definitiva concretizzazione nell’arco di un triennio. Il taglio del cuneo fiscale potrebbe così essere spalmato per i prossimi 3 anni, con estensioni graduali (prima agli incapienti e poi a chi supera i 26.000 euro annui ma non i 35.000 euro). Il bonus Renzi già costa 10 miliardi di euro all’anno: a queste risorse bisognerà aggiungere altri 5 miliardi per estendere la platea dei beneficiari.

Aumento stipendio 2020 con taglio quota contributi a carico del lavoratore?

Per quanto riguarda il taglio della quota contributiva, è noto come i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato abbiano il 33% dei contributi versati, dei quali il 24% a carico dell’azienda per la quale lavorano, mentre il 9% è a carico loro. La seconda ipotesi riguarda proprio il taglio di quest’ultima quota, che si trasformerebbe in un aumento stipendiale in busta paga. La Manovra 2020, oltre a scongiurare gli aumenti Iva, ha però come altra finalità quella di puntare sui rinnovi dei contratti di lavoro per la scuola e il pubblico impiego (servirebbero altri 5-6 miliardi). Il rischio è che il costo della Legge di Bilancio lieviti oltre i 30 miliardi di euro.

Cuneo fiscale e contributivo: quanto pesa?

Il taglio al cuneo fiscale resta comunque l’ipotesi più papabile. Stando al report Ocse Taxing Wages 2019, infatti, l’Italia è sul gradino più basso del podio per tasse sul lavoro. Al primo posto troviamo il Belgio, dove il cuneo fiscale e contributivo è pari al 52,7% (ovvero, su 100 euro un dipendente ne prende netti 47,3). Al secondo posto ecco la Germania con il 49,5%, mentre al terzo posto ci siamo noi con il 47,9%. Più sotto troviamo Francia e Austria (47,6%).

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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