Rimborso buoni fruttiferi postali: ricorso vincente in Abruzzo. I fatti

Pubblicato il 3 Ottobre 2019 alle 12:25 Autore: Guglielmo Sano

Nuovo riscorso, infine vinto, dal sottoscrittore di due buoni fruttiferi serie Q/P emessi nel dicembre 1986 contro Poste Italiane

Rimborso buoni fruttiferi postali: ricorso vincente in Abruzzo. I fatti
Rimborso buoni fruttiferi postali: ricorso vincente in Abruzzo. I fatti

Nuovo ricorso, infine vinto, dal sottoscrittore di due buoni fruttiferi serie Q/P emessi nel dicembre 1986 contro Poste Italiane.

Buoni fruttiferi: il caso abruzzese

Come si diceva, il sottoscrittore di due buoni fruttiferi serie Q/P emessi nel dicembre 1986 si è visto accogliere il ricorso presentato contro Poste Italiane vedendosi riconoscere anche un sostanzioso rimborso. Il risparmiatore si era affidato all’associazione Codici Abruzzo e, nello specifico, all’avvocato Antonello Campanelli che ha dunque presentato ricorso all’Abf, l’Arbitrato bancario finanziario.

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Quest’ultimo ente si è quindi pronunciato in merito al caso del sottoscrittore abruzzese ribadendo il principio per cui, anche quando sul buono è presente il timbro che modifica il tasso di interesse dal primo al ventesimo anno, per il periodo che va dal ventesimo al trentesimo anno Poste dovrà corrispondere a chi l’ha sottoscritto il tasso di interesse indicato sul retro dei buoni.

La variazione dei tassi dal 21esimo anno

È stato lo stesso legale che ha curato il ricorso Campanelli ha spiegarne i termini al quotidiano online Il Pescara: “i buoni in oggetto erano stati emessi sul cartaceo della serie P, con tre timbri: uno sul fronte del titolo, con la dicitura serie Q/P e due sul retro dei titoli, con una doppia variazione dei tassi d’interesse, nulla dicendo però in merito alla variazione dei tassi per lo scaglione del periodo dal ventunesimo al trentesimo anno”.

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Nonostante ciò, il ricorrente si era visto prospettare da Poste la liquidazione di un importo molto inferiore a quello atteso. Successivamente al ricorso, accolto dall’Arbitrato Bancario Finanziario, il sottoscrittore dei due buoni, in cui oltre 30 anni fa aveva investito 2 milioni di lire ciascuno, si è visto riconoscere 27mila euro in più rispetto alla cifra che gli era stata proposta al momento di incassare i buoni stessi nel giugno 2018.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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