Poste Italiane: raccomandate non consegnate, parte l’indagine dell’Antitrust

Pubblicato il 28 Novembre 2019 alle 14:01 Autore: Daniele Sforza

Il servizio di recapito di Poste Italiane è nel mirino dell’Antitrust: l’indagine si concentrerà sulle raccomandate. Ecco cosa sarà sorvegliato.

Poste Italiane raccomandate non consegnate
Poste Italiane: raccomandate non consegnate, parte l’indagine dell’Antitrust

Il servizio di recapito delle raccomandate di Poste Italiane sarà oggetto di un’indagine dell’Antitrust. Lo ha annunciato la stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in un comunicato stampa pubblicato lo scorso 26 novembre 2019, avente come oggetto l’avvio di una istruttoria nei confronti di Poste Italiane per pratiche commerciali scorrette nel servizio di recapito della corrispondenza.

Poste Italiane: raccomandate non consegnate, indagine Agcm

Dopo la riunione dello scorso 19 novembre, infatti, l’Autorità ha deliberato di avviare un procedimento istruttorio nei riguardi di Poste Italiane, al fine di accertare una presunta pratica commerciale scorretta, posta in essere nell’ambito del servizio di recapito della corrispondenza e in particolare delle raccomandate. Si ipotizza la violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo.

Poste Italiane nel mirino dell’Antitrust: le ipotesi al vaglio

Entrando più nel dettaglio, l’Agcm informa che l’ipotesi oggetto dell’indagine è che “il cliente/mittente che decida di rivolgersi a Poste per inviare una raccomandata potrebbe essere ingannevolmente indotto ad acquistare un servizio pubblicizzato da claim che ne enfatizzano determinate caratteristiche che, nella sua concreta erogazione non vengono, poi, rispettate”.

In merito al tentativo di recapito della corrispondenza, il secondo oggetto dell’indagine riguarda l’avviso di giacenza del plico raccomandato depositato nella cassetta postale del destinatario dell’invio, senza però che sia accertata la presenza o meno del destinatario presso il proprio domicilio. Ciò, di fatto, costringe il destinatario che deve ricevere il plico a effettuare procedure alternative previste da Poste, che comportano uno slittamento dei tempi di consegna, nonché un dispendio di tempo ed energie che non sarebbe necessario qualora il tentativo di consegna venisse realmente effettuato.

Infine, altro elemento dell’indagine dell’Antitrust, riguarda la possibile veicolazione dei messaggi ingannevoli relativi al servizio di Ritiro Digitale, ossia la versione evoluta della consegna fisica, delle raccomandate, con riferimento alle relative condizioni economiche e di utilizzo.

Qualora le ipotesi oggetto dell’indagine fossero confermate, nei confronti di Poste Italiane potrebbe essere comminata la massima sanzione amministrativa, pari a 5 milioni di euro.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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