Autovelox non tarato: come fare efficace ricorso e vincerlo

Pubblicato il 19 Dicembre 2019 alle 17:29 Autore: Claudio Garau

Autovelox non tarato e contestazione della multa per infrazione al Codice della Strada: ecco come fare efficacemente ricorso e vincerlo.

Autovelox non tarato: come fare efficace ricorso e vincerlo
Autovelox non tarato: come fare efficace ricorso e vincerlo

Si sa che una materia in cui i ricorsi di certo non mancano, è quella relativa alle multe stradali per infrazioni al Codice della Strada. Vediamo di seguito come fare ricorso – ed avere possibilità di ottenere vittoria – nello specifico caso di una multa, per eccesso di velocità, emessa attraverso un autovelox non tarato.

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Autovelox non tarato: la taratura è un obbligo

In effetti fare ricorso (qui le modalità) ed ottenere vittoria, contro multe emesse da autovelox, non è cosa facilissima: infatti, se è vero che il Codice della Strada ammette la possibilità di sforare in modo lieve il limite di velocità, per la nota regola della tolleranza del 5%, è altrettanto vero che, di fronte alla rilevazione oggettiva dell’impianto, in teoria l’automobilista potrebbe controbattere ben poco. A meno che non riesca a dimostrare, una volta avviato l’iter del ricorso, che il superamento del limite di velocità è stato imposto da ragioni “esterne” e di gravità oggettiva, come – ad esempio – un improvviso malore di un passeggero o altro improvviso pericolo. In verità, però, il guidatore potrebbe anche validamente sostenere che l’apparecchio, al momento della rilevazione, non funzionasse regolarmente: insomma che fosse un autovelox non tarato.

L’autovelox va tarato periodicamente, anzi ciò è parte integrante della manutenzione dell’impianto. A ribadirlo è una sentenza del 2015, emessa dalla Corte Costituzionale, la quale all’epoca dichiarò parzialmente incostituzionale il Codice della strada nella parte nella quale non disponeva la verifica periodica degli strumenti di controllo elettronico della velocità. A riprova del significativo contributo giurisprudenziale in merito, anche la Corte di Cassazione ha confermato tale obbligo, sottolineando che la taratura va fatta sia per gli autovelox fissi, sia per quelli mobili. Insomma, sulla scorta di questa giurisprudenza, dimostrare che la multa è stata emessa da un autovelox non tarato, significa in sostanza vincere il ricorso. In queste circostanze, si tratterebbe infatti di una multa nulla.

Come dimostrare che l’autovelox non funzionava correttamente?

A questo punto la domanda legittima è: come fare a dimostrare che l’autovelox non tarato ha prodotto una multa nulla? Anzitutto, prima di effettuare ricorso, occorre sempre ricordare due regole normative di riferimento:

  •  la taratura può essere svolta esclusivamente da ditte specializzate, in possesso di opportuna certificazione ministeriale. In particolare, in ipotesi di utilizzo di autovelox sulle strade ad alta velocità (come le autostrade), tale impianto va obbligatoriamente tarato in autodromi;
  • la dichiarazione di conformità dell’autovelox non ha mai effetto retroattivo: in altre parole, tale dichiarazione non “copre” mai per il lasso di tempo anteriore alla taratura stessa. Ne consegue che la data di taratura avrà un valore determinante ai fini dell’esito del ricorso;

Pertanto, dimostrare che la multa è stata emessa da un autovelox non tarato è operazione delicata, ma qualora la prova sia ottenuta, essa è sufficiente a scagionare il guidatore, anche nell’ipotesi che il mezzo fosse veramente in eccesso di velocità. Come provare allora che si tratta di autovelox non tarato?

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Scelta opportuna è fare istanza di accesso agli atti amministrativi nei confronti dell’organo che ha accertato l’infrazione e chiedere la visione del verbale di taratura, emesso dalla ditta incaricata. Va rimarcato che tale facoltà è un vero e proprio diritto dell’automobilista, con il quale può visionare l’atto originale ed estrarne copia. Comunque, anche in mancanza di accesso agli atti, sarà possibile fare efficace ricorso per autovelox non tarato: in queste circostanze, spetterà alla PA dare la prova contraria, attraverso la presentazione in giudizio dell’originale o di copia autentica del verbale.

Concludendo, ricordiamo che – come rilevato anche dalla Cassazione in due sue ordinanze – nel verbale deve obbligatoriamente esser indicata l’ultima data di taratura, essendo essa fondamentale per stabilire la sussistenza o meno dell’infrazione e quindi della multa. In mancanza di tale indicazione, la multa per autovelox non tarato va sempre dichiarata nulla.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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