Default Russia: cosa significa? Quali i rischi e cosa potrebbe accadere

Pubblicato il 14 Marzo 2022 alle 09:00 Autore: Guglielmo Sano
Default Russia: cos significa? Quali i rischi e cosa potrebbe accadere

Default Russia: cosa significa? Quali i rischi e cosa potrebbe accadere

Default Russia: l’economia di Mosca potrebbe crollare sotto il peso delle pesanti sanzioni varate dall’Occidente? Cosa succederebbe se il paese non fosse più in grado di pagare i debiti contratti con i creditori internazionali?

Default Russia: cosa significa?

Default Russia: a seguito dell’invasione dell’Ucraina il paese è stato colpito da una serie di pesantissime sanzioni economiche da parte occidentale. Secondo molti analisti e soprattutto stando alle proiezioni delle maggiori agenzie di rating mondiali, la “bancarotta” per Mosca è un destino praticamente ineluttabile, anche se potrebbe riguardare soltanto una parte del debito dello stato (con l’espressione “default” si intende proprio questo in poche parole: l’incapacità di un paese di ripagare il debito contratto con i creditori internazionali).

Ora, nonostante le previsioni che vorrebbero il default imminente, è ancora presto per avere certezze su questo versante nonché per descrivere le conseguenze che potrebbe avere un evento in tal modo eccezionale. Al momento, il debito russo è tecnicamente “spazzatura”, cioè chi compra i titoli di stato russi rischia fortemente di non essere pagato: tuttavia, la Russia non è attualmente in stato di “insolvenza” dato che non ha ancora dovuto ripagare alcun interesse. Detto ciò, le scadenze si avvicinano: il pagamento di rate di interessi ai creditori scatteranno tra metà aprile e metà maggio, se il pagamento non avverrà entro i termini previsti a quel punto scatterà ufficialmente il default.

Quali i rischi?

Default Russia: il paese è già incappato in questo genere di situazione nel corso della propria storia. Nel 1917 quando i bolscevichi si rifiutarono di pagare i debiti zaristi e nel 1998 – ma per debiti interni, in breve – all’alba dell’era putiniana. Prima del vasto e profondo piano sanzionatorio occidentale in risposta all’invasione dell’Ucraina (la Russia non può accedere ai mercati per ottenere nuovi prestiti, tale esclusione di solito avviene a seguito del default non prima), acquistare titoli di stato russi era un buon affare, considerando le riserve auree e di valuta straniera del paese, il basso debito pubblico (intorno ai 300 milioni di dollari prima della guerra), il buon rapporto Debito/Pil.

Ora, anche se è difficile avanzare previsioni, l’eventuale default russo darebbe problemi in particolare ai creditori internazionali: in sostanza, la Russia ha circa 40 miliardi di dollari di esposizione con banche estere. Una cifra non trascurabile ma comunque gestibile (il default argentino avvenne su un debito di oltre 80 miliardi di dollari): un’ipotesi è che Mosca provi a ripagare i debiti con i paesi “ostili”, nonostante la forte svalutazione della propria moneta, in rubli ( o in yuan) e non con la valuta di emissione dei crediti. Non è escluso che da parte occidentale possano essere pignorati i beni “bloccati” dalle sanzioni per ripagare gli interessi. In entrambi i casi si parla di atti molto “provocatori” che potrebbero portare a un ulteriore inasprimento di tensioni già altissime.

In una versione precedente dell’articolo si riportavano scadenze errate per quanto riguarda i pagamenti delle rate di interessi dovute dalla Russia ai creditori internazionali. Ci scusiamo per la svista!

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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