Pagamento Imu 2023: via all’acconto. Sono previsti aumenti?

Pubblicato il 6 Giugno 2023 alle 15:06
Aggiornato il: 11 Giugno 2023 alle 19:36
Autore: Guglielmo Sano
Pagamento Imu 2023: via all’acconto. Sono previsti aumenti?

Pagamento Imu 2023: via all’acconto. Sono previsti aumenti?

Pagamento Imu 2023: ormai prossima la scadenza per il versamento dell’acconto dell’Imposta Comunale Unica relativo all’anno in corso. Aumenti rispetto al 2022 per quanto riguarda la tassa sulle seconde case e le prime di lusso? Una panoramica veloce sulle informazioni più importanti sul tema.

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Pagamento Imu 2023: si avvicina la scadenza per l’acconto

Pagamento Imu 2023: ormai prossimo giorno 16 giugno, scadenza prevista per il versamento dell’acconto dell’Imposta Municipale Unica dovuta per l’anno in corso dai proprietari di seconde case o prime case considerate “di lusso” ai fini fiscali (ossia abitazioni “principali” ma che rientrano in categoria A1, A8 e A9). Importante precisazione a questo proposito: sono esentati dal versamento di cui prima i proprietari di immobili soggetti al balzello situati nei territori colpiti dalle recenti alluvioni in Emilia Romagna, Marche e Toscana: per questi ultimi la scadenza per il pagamento Imu 2023 slitta al 20 novembre 2023.

Sono previsti aumenti rispetto all’anno scorso?

Pagamento Imu 2023: considerando l’intero scorso anno sono stati versati mediamente 1.074 euro a titolo di Imposta Comunale Unica dai contribuenti soggetti al balzello. Si parla di un dato medio, nelle grandi città l’imposizione della tassa sul possesso di seconda casa ha sfiorato i 2mila euro annui. Ora, non dovrebbero esserci scostamenti rispetto al 2022 per quanto riguarda l’importo dell’acconto: in pratica, non dovrebbe essere più alto quest’anno.

Tuttavia, la situazione potrebbe essere diversa per quanto attiene al versamento del saldo: la rata per cui la scadenza è fissata al 18 dicembre 2023 in alcuni comuni è destinata a crescere. La decisione spetta ai singoli comuni: alcuni hanno già scelto di applicare un rialzo dell’aliquota (fino all’1,04% o all’1,06%), altri che invece già applicano l’aliquota massima potrebbero determinare comunque un aumento dell’importo riducendo le agevolazioni.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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