5 Stelle, analisi di un successo (I Parte)

Pubblicato il 4 Giugno 2012 alle 12:20 Autore: Matteo Patané
movimento 5 stelle

A livello puramente elettorale, si nota come rispetto al 2007 vi sia stata una maggiore frammentazione delle forze politiche: da un trittico centrodestra – centro – centrosinistra si è infatti passati a due candidati di centrodestra, uno di centro, due di centrosinistra (uno ufficiale ed un civico di estrazione socialista), un civico ed uno per il MoVimento 5 Stelle.
Esaminando la distribuzione dei voti al primo turno, in particolare confrontando i dati con le precedenti amministrative, è possibile osservare come centrodestra e centrosinistra appaiano entrambi in contrazione; ma mentre la somma dei voti di Pierini e Mazzanti si attesta appena un paio di punti al di sotto della prestazione di Castelli di cinque anni prima, il centrodestra perde circa il 20% dei voti rispetto al 2007, franando ad un modesto 15%. Di questi arretramenti non ne approfittano il centro, che resta comunque marginale, e la candidatura civica di Rinaldi, che si ferma sotto il punto percentuale.
Anche senza scendere nel dettaglio dei flussi di voto, il fatto che il risultato del M5S corrisponda quasi esattamente alla perdita secca dei voti del centrodestra lascia capire come molti dei voti di cui ha beneficiato il grillino Giacon fossero preferenze che nel 2007 appartenevano al bacino berlusconiano; chiaramente sarebbe errato ritenere che questa corrispondenza sia valida in toto: movimenti minori da e verso altre coalizioni e soprattutto l’astensionismo sono fattori da non poter essere sottovalutati, ma è chiaro che vi è un legame tra il crollo del centrodestra e l’exploit del MoVimento 5 Stelle assolutamente da non sottovalutare.

Così come in altri casi, è importante rilevare che a Budrio si è giunti al ballottaggio per via di una frammentazione della principale coalizione, in questo caso il centrosinistra, presentatasi in una lista ufficiale ed in una civica di estrazione socialista in grado di fare una efficace concorrenza alla candidatura di Pierini.
Osservando i dati del ballottaggio emerge un altro fattore importante: mentre il candidato del centrosinistra ha in linea di massima mantenuto i voti del primo turno, il candidato del MoVimento 5 Stelle è stato in grado di attirare i voti non solo di chi già al primo turno lo aveva votato, ma praticamente di tutti gli schieramenti con l’eccezione naturalmente del centrosinistra.
Questo fenomeno consente di inquadrare meglio uno dei principali fattori di successo – anche se a Budrio non si è rivelato sufficiente per la conquista della poltrona di sindaco – del MoVimento 5 Stelle: il voto anti-sistema. È indubbio che il PD rappresenti a Budrio soltanto l’ultimo volto di una linea di potere che si trasmette indisturbata da decenni; la capacità che ha avuto il MoVimento 5 Stelle di non allinearsi ad una particolare corrente politica o ideologica rende il partito votabile da tutti coloro che desiderano abbattere il sistema di potere preesistente, indipendentemente dalla loro fede politica. Diventa molto più semplice per un elettore PdL votare M5S che UdC, perché ancora stenta a riconoscere nella formazione grillina un partito in qualche modo rivale e lontano per più di un aspetto dalla propria filosofia di pensiero.

Un altro fattore ricorrente nei casi in cui il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto grande successo è la polemica su un tema di grande impatto popolare, dai costi della politica, alla mala amministrazione, alle questioni ambientali.
Nel caso di Budrio la querelle è nata dalla realizzazione di quattro impianti per la produzione di energia elettrica da biomasse nella regione di Mezzolara. Oltre alle preoccupazioni legate alla concentrazione di così tanti impianti in un unico luogo e alle ripercussioni sulle attività agricole, è stata contestato il fatto che un esponente della lista PD (Ferruccio Bonaga) fosse presidente di una delle società incaricate della costruzione degli impianti.
Malgrado fosse arrivata la dichiarazione di dimissioni dal cda della società di costruzioni in caso di elezioni, sono molti i partiti che hanno attaccato – con successo – il PD sul tema.
Il MoVimento 5 Stelle a Budrio non ha vinto, ma grazie ad una serie di fattori legati in parte al momento generale italiano e in parte alle dinamiche locali ha fatto prendere un brutto spavento al centrosinistra locale.

Nella seconda parte dell’articolo verranno esaminati i casi di Comacchio e Garbagnate Milanese.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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