Dialoghi impossibili: la costituzione per principianti

Pubblicato il 9 Agosto 2012 alle 12:05 Autore: L Undici
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[ad]A. “Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia. Sa, lei non ci crederà ma quello che volevamo nel 1948 era creare una Repubblica consensuale, dove il governo governasse ma senza abusare dei suoi poteri, dove l’opposizione avesse sempre uno spazio e dove, nei limiti del possibile, le grandi scelte fossero condivise. I costituenti avevano in mente il fascismo e sapevano quanto è facile manipolare la massa, soprattutto ignorante come quella italica.”
F. “Mi perdoni, tra l’altro mi è veramente simpatico, ma l’idea che in genere abbiamo tutti di lei è quella di qualcuno che trama nell’ombra e allo stesso tempo di un maestro di manipolazioni.”
A. “Giudicherà la storia. Ma io, noi, non abbiamo mai potuto abusare dei poteri che non avevamo. Per governare c’era un Parlamento da convincere e, le assicuro, non era facile. Poi il Presidente della Repubblica che doveva firmare le leggi. Per non parlare della Corte Costituzionale che è sempre stata una spina nel fianco.”
F. “Aspetti aspetti. Il Presidente della Repubblica? Ma non è solo una figura di facciata? A che serve? Non può fare niente. Tutti i presidenti hanno permesso le peggiori leggi, il dilagare della corruzione, gli sprechi.”
A. Lei ha capito cosa ha fatto Napolitano lo scorso novembre per mandare via Berlusconi?”
F. “Mah, non ci ho capito molto. Mi sembra che siano stati i tedeschi a cacciarlo.”
A. “Purtroppo si sbaglia. Vorrei che capisse la gravità del gesto di Napolitano. Berlusconi era il Presidente del consiglio nominato dal Parlamento. Anche se con una maggioranza esigua, spettava al Parlamento rimuoverlo.”
F. “Quindi quando dicono che c’è stato un mezzo golpe è vero? Sa, dici golpe e uno pensa al Cile, all’Argentina. Qui, la gente è scesa in piazza a brindare, che alla fine il vecchio Silvio ti faceva quasi tenerezza. Insomma lei mi sta dicendo che Napolitano l’ha cacciato illegalmente?”

A. “Ma non dica sciocchezze. Napolitano non ha fatto niente di illegale. Ha solo usato i poteri conferitegli dalla Costituzione.”
F. “Non capisco più niente. Quali poteri? Il Presidente li ha o non li ha ‘sti poteri?”
A. “Li ha eccome. Uno in particolare, il più importante, il potere di sciogliere il Parlamento. Le assicuro che i parlamentari non amano le elezioni, tanto meno quelle anticipate.
F. “Sono belli incollati alle loro poltrone.”
A. “Ma non è tutto. Vede, quando la Costituzione dice che il Presidente della Repubblica rappresenta l’unità nazionale sta dicendo qualcosa che anche lei può capire. Anzi, lei deve capirla. Ovvero che sopra l’arena politica c’è qualcuno che guarda oltre.”
F. “Un Presidente tricolore!”
A. “Certo che lei deve essere molto popolare in radio. Quando la Costituzione parla di unità nazionale non sta mica parlando della festa del 25 aprile o del 2 giugno. Si riferisce invece al fatto che al di là delle parti politiche c’è un interesse generale che deve essere perseguito. Come vuole chiamarlo, difesa della patria? L’uguaglianza, la libertà, la prosperità degli italiani? L’indipendenza delle istituzioni? Quando questi valori fondamentali sono minacciati e il governo e il Parlamento non sono più in grado di funzionare, la Costituzione ha previsto l’esistenza di una figura che non fa parte di nessun gruppo politico, può prendere decisioni difficili perché non deve essere rieletto  e la cui autorità risiede solo nel prestigio della carica e nel modo equilibrato in cui egli ha esercitato le sue funzioni. Che sono la stessa cosa.”

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Fabio Volo con la toga in una scena del film “Uno su due”

F. “Teoria, Teoria. Concretamente è stata la Merkel, che tanto ci rideva dietro a cacciare Berlusconi, no?”
A. “No. Io amo così tanto la Germania che ne preferivo due. Ma per quanto i tedeschi siano forti ed arroganti, non avrebbero potuto scalfire un Presidente del consiglio come Berlusconi, difeso fino all’ultimo dai suoi. Ma il Presidente della Repubblica poteva farlo, invocando il valore superiore della difesa della Repubblica. Le ricordo che questo è già avvenuto altre volte. Con Scalfaro nel 1992, al tempo di Tangentopoli.”
F. “Scalfaro, pace all’anima sua, che persona noiosa. Pensi ad Obama. A me piacerebbe un Presidente come in America…”
A. “Prima diceva che non ama il culto della personalità, e sono d’accordo con lei. Abbiamo già avuto una volta un duce. Al popolo italiano non va offerta l’irresistibile tentazione di avere un capo forte. Noi abbiamo pensato che per gli italiani fosse più giusto un sistema dove nessuno avesse molto potere. Né il Capo dello Stato, né il Presidente del Consiglio. Sempre a proposito di culto della personalità, se in questi ultimi anni la Costituzione è riuscita a resistere a un personaggio come Berlusconi è per i suoi meccanismi di garanzia: il bicameralismo perfetto, la neutralità del Presidente della Repubblica, la garanzia della Corte Costituzionale, l’indipendenza della magistratura assicurata dal Consiglio Superiore della Magistratura. Abbiamo fatto un bel lavoro, a quei tempi, per assicurare la libertà e la democrazia anche fra cent’anni, anche dopo che gli italiani avranno dimenticato i disastri combinati da Mussolini, cosa che, mi rincresce dirlo, hanno fatto prima del previsto”

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