Dossier del voto PDL. Cosa c’è che non va

Pubblicato il 22 Luglio 2009 alle 13:27 Autore: Lorenzo Pregliasco
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Quello che il dossier non dice è che il grosso problema per il PDL, alle Europee e soprattutto alle Amministrative – cosiddette ‘elezioni di second’ordine’ – è stato il congelamento di tanti voti nel Centro-Sud e nelle Isole. Elettori che avevano dato la propria preferenza al Popolo della Libertà l’anno scorso e che stavolta sono rimasti a casa.  La formazione nata dalle ceneri di Forza Italia e AN, infatti, alle Europee perde quasi 2,9 milioni di voti a livello nazionale (da 13,6 a 10,8). Ottocentomila i consensi persi al Sud (3,7 milioni di voti quest’anno, neanche 2,9 a giugno), mentre nelle Isole la flessione è drammatica: il PDL passa da oltre 1,7 milioni di preferenze a neanche 900 mila. Dimezzato.

Più mossa appare la situazione alle Amministrative, per la quale rimando alla nostra analisi post-voto: il calo del PDL conta 300 mila voti a livello nazionale, di cui 120 mila nel Mezzogiorno. Una discesa spiegabile anche con i voti in uscita verso le civiche di centrodestra (che totalizzano più di 1,2 milioni di voti da sole, oltre il 20%) e l’MPA, che ne assomma più di 160 mila.

Ecco, è anche per questo che si parla di Partito del Sud. Un progetto potenzialmente nocivo per il progetto ‘nazionale’ del PDL, ma che se radunasse amministratori moderati dalle varie realtà meridionali per allearsi poi con Berlusconi potrebbe fare più male alle forze alla sua sinistra (UDC e PD) che non al PDL.

 
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L'autore: Lorenzo Pregliasco