Georgia, gli specchietti per le allodole di Ivanishvili

Pubblicato il 23 Gennaio 2013 alle 17:18 Autore: Marco Residori
prigionieri politici georgia

La liberazione dei prigionieri “dissidenti” ha garantito inoltre nuova legittimità al governo, distraendo momentaneamente la popolazione dalle priorità socio-economiche promosse dall’agenda elettorale. Ha consentito infine di ri-sintonizzare le frequenze populiste, martellando riguardo le ingovernabilità prodotte dall’attuale coabitazione ed invitando i “sognatori” a ritornare in piazza contro gli amministratori locali. La coalizione governativa ha infatti presentato i momentanei tentennamenti nell’implementare le riforme come diretta conseguenza dello scarso collaborazionismo prestato dalle amministrazioni locali, risultato della tornata elettorale del 2010, ancora oggi prevalentemente espressione del Movimento Nazionale Unito di Saakashvili. Appurata la logica impossibilità di ribaltare a suon di berci i verdetti elettorali, sollevando dai propri incarichi chi ne ha ottenuto mandato popolare, il governo Ivanishvili si è così spinto oltre, promuovendo una serie di discutibili incarcerazioni volte a delegittimare diverse personalità in carica nelle istituzioni locali. Attraverso personali imputazioni (rissa tra ubriachi in un locale, appropriazione indebita di benzina) ha tentato di approfittare della parzialità giudiziaria, costante vantaggio delle classi governative post-sovietiche, al fine di pregiudicare la reputazione degli avversari politici, provando così a conquistarsi crescenti simpatie in vista delle presidenziali del prossimo ottobre. Nel tormentato scenario degli ultimi mesi, dominato dalle denunce degli abusi commessi dalle autorità penitenziarie e dalle nefandezze compiute da vari esponenti dell’entourage del Presidente, risultava infatti estremamente lucroso cavalcare i malumori suscitati dal malgoverno Saakashvili al fine di aumentare l’asticella dei propri consensi. Nel farlo, nessun miglior complice della giustizia banderuolata del Paese, barbaramente dimentica delle garanzie promosse dallo Stato di diritto e ripetutamente colpevole di assoggettarsi agli alterni desideri dei governanti di turno.

Esibizioni dei muscoli a parte, chiaro risulta comunque l’evidente calo di credibilità del “Sogno Georgiano”, forza politica presentatasi come riformatrice e rivelatasi invece conservatrice delle peggiori eredità del passato (mancata indipendenza della giustizia). Forza politica che inoltre, proseguendo ad inebriare la moltitudine di assetati con misure populiste, ne distrae l’attenzione, spronandola  ad intraprendere inconcludenti rivendicazioni. Tra pretenziose promesse elettorali e frustranti conseguenti illusioni sembra così farsi nuovamente avanti l’urgenza di una classe politica responsabile. L’unica vera garanzia capace di promuovere riforme.

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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