In Italia un nuovo compromesso storico?

Pubblicato il 19 Febbraio 2013 alle 11:28 Autore: L Undici

Purtroppo la manovra fallì. Come spesso accade, quando due soggetti nemici provano a mettersi d’accordo, gli estremi di entrambe le fazioni remano contro.

La pietra tombale fu il rapimento e assassinio di Aldo Moro nel 1978 ad opera delle Brigate Rosse (estremisti di sinistra), che, in qualche maniera, “tornò utile” anche a tanti soggetti dell’altra sponda, tra cui i soliti USA che vedevano i comunisti come fumo negli occhi.

Silvio Berlusconi (a sinistra) raccolse l’eredità di Bettino Craxi (a destra), unendo destra, pezzi della vecchia DC e dei socialisti, in funzione anti-“comunista” (oltre che in funzione dei suoi propri interessi…)

Tolto di mezzo il “dialogatore” Moro, in declino la spinta e l’utopia comunista, in Italia si aprì la stagione del “craxismo”, ossia una formula politica fondata sull’alleanza DC-socialisti, la cui figura centrale era il socialista Craxi. L’asse si spostò leggermente a sinistra, ma la sinistra vera e propria continuò a rimanere lontana dal potere e i comportamenti elettorali degli italiani non mutarono sostanzialmente.

Poi cadde il muro di Berlino (1989) e venne Tangentopoli (1992-93), ma si cambiò tutto per non cambiare (quasi) niente. Lo smembramento della DC in due delle sue anime portò ad una nuova polarizzazione dello scenario politico che durò un ventennio: un “partito di Berlusconi” da una parte, che raccoglieva destra e la parte più conservatrice della DC e una sinistra più o meno disgregata dall’altra, che univa i figli del PCI più la fetta più progressista degli ex-democristiani. Ma, nonostante la contrapposizione di Jalta non avesse più senso d’esistere, Berlusconi raccolse attorno a sé milioni di italiani e vinse elezioni in nome della lotta al “pericolo rosso”.

E arriviamo ai giorni nostri, alla fine o comunque all’agonia del berlusconismo. L’attuale stagione politica può infatti costituire un’autentica rottura con il passato dal quale però, potrebbe tornare a rivivere, in altre forme, una nuova e antica formula politica: il compromesso storico.

La vera novità dello scenario politico è infatti la “salita” in campo di Monti, ossia la costituzione di una formazione di centro, con anche sfumature di destra se volete, lontana però dalle cialtronaggini del berlusconismo o della parte più retrograda della ex-DC. Dopo sessantacinque anni di polarizzazione bloccata (DC-PCI prima e berlusconismo-antiberlusconismo poi), dopo decenni di voto “contro”, spesso tappandosi il naso, forse un nuovo scenario e un accenno di nuovo comportamento elettorale degli italiani potrebbero presentarsi. Tanti, troppi italiani hanno votato Berlusconi nonostante non fossero cialtroni come lui, per non votare a sinistra. Questi italiani (Fini e Casini ne sono i rappresentanti politici più in vista), certamente corresponsabili di vent’anni di berlusconismo, possono però ora trovare un soggetto politico forte, tutto sommato rispettabile e alternativo, se non contrapposto, alla impresentabile accozzaglia “berluscon-leghista”.

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L'autore: L Undici

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