Crisi di sistema tramonta la seconda repubblica

Pubblicato il 1 Marzo 2013 alle 14:49 Autore: Federico De Lucia

Alcune tendenze sembrano costanti dal 1994 al 2008:

a) il numero di partiti cala progressivamente, con lo strutturarsi del sistema partitico della Seconda Repubblica;

b) il numero di gruppi parlamentari è sempre sensibilmente alto, superiore a quello che l’Italia aveva avuto nei decenni precedenti;

c) con l’eccezione della prima, tutte le legislature che prendiamo in esame qui vedono un proliferare dei gruppi parlamentari durante il loro svolgersi.

Così, nonostante nello scorso ventennio le dimensioni dei partiti maggiori siano progressivamente cresciute a danno di quelli minori (così si spiega il calo del Neff), i primi non sono mai riusciti a fare completamente a meno dei secondi dal punto di vista elettorale. Persino quando sono riusciti a fare lo sforzo di tenerli fuori dal Parlamento (2008), se li sono visti rinascere in seno nel corso della legislatura.

La frammentazione è stata uno dei grandi mali del bipolarismo italiano, ed ha certamente contribuito a determinarne la crisi irreversibile. Oggi ci sono almeno quattro poli rilevanti, e il primo non arriva al 35% dei voti. La Seconda Repubblica, che proprio dal bipolarismo è stata contraddistinta, sembra volgere al crepuscolo con esso: il Senato è talmente diviso da non garantire circa la formazione di alcun Governo.

Una Terza Repubblica dovrà prima o poi sorgere: un sistema istituzionale che permetta alle scelte individuali dei cittadini di trasformarsi, indirettamente ma chiaramente, in decisioni politiche riconoscibili e giudicabili dai cittadini stessi. Un sistema istituzionale che non si accontenti di rappresentare i dissensi reciproci, ma che permetta di superarli attraverso scelte chiare ed esplicite, di cui è evidente la responsabilità politica. Un sistema istituzionale che permetta ai cittadini di scegliere e di giudicare, per poter scegliere meglio la volta successiva. Per giungere a questa destinazione sono tantissime le cose da fare: certamente il tragitto è lungo e difficile, ma non è da escludere che un Parlamento sotto scacco, proprio perché costretto a farlo, trovi il coraggio di compierlo meglio di quelli che lo hanno preceduto.