Grillo e il Costa Rica qualcosa non torna

Pubblicato il 14 Marzo 2013 alle 12:59 Autore: Matteo Patané
Grillo ed il Costa Rica. Soffocata tra le manifestazioni del PdL davanti al Tribunale di Milano e il Conclave, forse messa in sordina anche per via dei contatti in corso tra i parlamentari del centrosinistra e quelle del MoVimento 5 Stelle che lasciano aperti spiragli per un possibile accordo alle Camere, l’inchiesta targata L’Espresso che vede come protagonista l’autista e angelo custode di Beppe Grillo, Walter Vezzoli, e le sue società costaricane è sicuramente una delle indagini più calde del momento.

Sostanzialmente, ricostruiscono gli autori dell’inchiesta intitolata Grillo, l’autista e la cognata, Vezzoli, insieme alla cognata di Grillo Nadereh Tadjik, ha aperto tredici società in Costa Rica, di cui quattro in forma di sociedad anonima, ciascuna con capitale di 10.000 $, tra il 2004 ed il 2007. Dall’inchiesta non sono emersi elementi che lascino pensare a eventi di natura illegale.

Le società sono dormienti ma ancora attive, compresa la società Armonia Parvin (nome della moglie Grillo), e soprattutto la società Ecofeudo (di cui L’Espresso riporta l’atto costitutivo), ovvero il progetto di un resort extralusso ecosostenibile sulle colline della baia di Papagayo che tanto scalpore ha suscitato proprio per l’accostamento di un nome fortemente legato al mondo ambientalista come quello di Grillo con l’idea di un villaggio vacanze – per quanto ecosostenibile – in un ambiente incontaminato, che tanto assomiglia a quelle speculazioni edilizie contro cui il M5S si batte.

Il dettaglio dei bunker antiatomici, in un momento in cui tra microchip e scie chimiche alcuni degli eletti del M5S hanno inopportunamente legato il proprio nome ad alcune tra le più note teorie complottiste e sono anche stati ripresi i pensieri di Casaleggio circa una nuova guerra mondiale entro la fine del decennio, ha poi letteralmente mandato in un brodo di giuggiole i detrattori del MoVimento. Nessuna implicazione legale, solo una macchia sull’immagine del comico genovese, ma in una società mediatizzata il danno può essere lo stesso.

Gli sviluppi futuri dell’inchiesta sveleranno se si tratta di una bolla di sapone oppure se vi sono retroscena più oscuri, ma è particolarmente interessante osservare il modo in cui Grillo e suoi alleati nel mondo dell’informazione hanno deciso di ribattere alle accuse mosse loro.

Ad oggi si contano tre documenti ufficiali in cui viene affrontato l’argomento:

Quali sono, in ultima analisi, le argomentazioni utilizzate da Grillo?

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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