Termometro Finanziario – Accordo Cipro salvi i piccoli risparmiatori

Pubblicato il 25 Marzo 2013 alle 09:56 Autore: Giovanni De Mizio

Cipro. Dopo estenuanti riunioni, è finalmente giunto l’accordo fra Cipro e la Troika. Dopo litigi e minacce di dimissioni, le parti si sono accordate sulla chiusura della seconda banca del Paese, la dissestatissima Laiki. I depositi sotto i 100mila euro passeranno alla prima banca del Paese, la Bank of Cyprus, mentre quelli sopra tale soglia passeranno ad una bad bank, fino a coprire le rilevanti passività di Laiki, fra cui spiccano gli oltre 10 miliardi di prestiti di emergenza erogati dalla BCE.

I depositi sopra i 100mila euro giacenti nella BoC, invece, verranno tassati al 40%. Una mazzata per i russi, visto che essi sono presenti in maggioranza nella clientela di tale banca.

I depositi presso le altre banche del Paese, così come quelli sotto i 100mila euro, non saranno invece toccati. Dovrebbe essere in questo modo scongiurato il panico bancario che si sarebbe potuto verificare in altri Paesi europei se la proposta originale del prelievo forzoso sui depositi fosse passata.

Cipro doveva trovare 7 miliardi al fine di sbloccare i 10 miliardi di aiuti internazionali, e i depositi bancari erano l’unico asset attaccabile, sia per motivi pratici, sia per motivi politici. L’UE, infatti, ha voluto approfittare della crisi bancaria per aggiustare l’ipertrofico e fallimentare sistema bancario cipriota. Inoltre bisogna considerare che, erogando per intero i 17 miliardi necessari per il salvataggio (una somma pari al PIL del Paese) avrebbe reso sostanzialmente impagabile il debito pubblico cipriota, e i Paesi prestatori avrebbero subito perdite rilevanti. Per l’Italia c’era il rischio di perdere fino a 4 miliardi (l’importo dell’IMU sulla prima casa) solo per salvare i conti correnti (non sempre puliti) degli oligarchi russi. Decisamente un evento da evitare, e per questo è stato necessario imporre il prelievo forzoso sui conti correnti.

L’agenda macroeconomica per la settimana prevede per lunedì l’indice che misura la fiducia dei consumatori italiani. Il dato dovrebbe essere in ribasso da 86 a 85,5.

Martedì andranno invece in asta Bot italiani a 6 mesi. Conosceremo poi la rilevazione mensile degli ordinativi di beni industriali statunitensi: è previsto un aumento dello 0,5% contro un aumento precedente del 2,3%. In seguito uscirà il dato sulla vendita di nuove abitazioni: previsto 420mila contro i 437mila precedenti.

Mercoledì sarà la volta degli ordini all’industria italiana previsto un aumento su base mensile dello 0,4% dopo il calo dell’1,8% nel mese precedente.

Giovedì conosceremo il tasso di disoccupazione tedesco: il dato dovrebbe confermarsi al 6,9%. La fiducia delle aziende italiane dovrebbe invece calare da 88,5 a 88. Il dato più importante della giornata sarà però il PIL statunitense che dovrebbe salire su base trimestrale dello 0,5%. Infine le nuove richieste di sussidi di disoccupazione dovrebbero rimanere più o meno stabili a 340.000.

Venerdì le borse rimarranno chiuse per il Venerdì Santo, tuttavia uscirà il dato sull’inflazione italiana, prevista in rallentamento su base annua da 1,9% a 1,8%.