Il Pdl critica la magistratura, Anm: “Pericolosa delegittimazione”

Pubblicato il 9 Maggio 2013 alle 11:03 Autore: Redazione

Condanna per Berlusconi. La Corte d’Appello di Milano, nella serata di ieri, ha confermato la condanna a Silvio Berlusconi nel processo per frode fiscale nell’ambito della compravendita di diritti tv per le reti Mediaset.

La sentenza d’appello riproduce, nell’entità, la decisione del tribunale di primo grado: condanna a 4 anni di reclusione (3 coperti di indulto), a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e a 3 anni dagli uffici direttivi.

Confermate anche l’assoluzione per Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, tra gli imputati del processo sull’acquisizione dei diritti tv Mediaset, e  la condanna a tre anni di reclusione per il produttore statunitense Frank Agrama.

Più che la pena della reclusione, quasi totalmente coperta da indulto, sul futuro politico del leader del Pdl pesano però le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e quella dalle cariche societarie per tre. È la prima sanzione che l’ex presidente del Consiglio teme maggiormente, perché in caso di conferma definitiva in Cassazione, si aprirebbe la questione della decadenza dalla carica di parlamentare.

LE REAZIONI IN CASA PDL

Immediatamente dopo questa ennesima tegola giudiziaria, la reazione dei big del Pdl non si è fatta attendere.  In primis ovviamente Niccolò Ghedini, deputato e avvocato di Silvio Berlusconi: “La forza della prevenzione è andata al di là della forza dei fatti. Avevamo la consapevolezza che sarebbe andata così; non sono stati ascoltati alcuni testimoni che avevamo richiesto, non si è tenuto in nessun conto i nuovi documenti che avevamo presentato, non si è deciso di aspettare la Corte Costituzionale, la cui decisione è stata addirittura giudicata irrilevante. In qualsiasi altro tribunale non avremmo mai avuto una sentenza di questo tipo, se l’imputato non si fosse chiamato Silvio Berlusconi”.

Pesanti anche le parole dell’ex presidente del Senato, Renato Schifani: “Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori. Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso”.

Tranciante, come spesso gli capita,  Renato Brunetta: “Accanimento disgustoso. La sentenza contro Silvio Berlusconi è politica, anzi antipolitica, perché colpendo lui si favoriscono i disegni disgregatori del nostro Paese. L’ingiustizia è così ripetuta e palese che per fortuna la grande maggioranza dei cittadini capisce benissimo che una parte della magistratura non ha nessuna credibilità. La condanna non colpisce Berlusconi ma chi l’ha pronunciata”.

Anm replica – Dura la presa di posizione della Anm, dopo il coro di critiche ricevute. “Costituiscono una pericolosa delegittimazione del ruolo della giurisdizione nella nostra democrazia le reazioni politiche che ci sono state rispetto a singole decisioni giurisdizionali” si legge in una nota.

Sempre sulla vicenda Mediaset si è espresso questa mattina Gianni Alemanno. Le parole del sindaco di Roma in corsa per la riconferma: “Esprimo solidarietà a Berlusconi perché la sentenza ci appare incredibile: come si può pensare una frode fiscale visto il monte di soldi che ogni anno il gruppo di Berlusconi dà alle casse dello Stato?”.

L'autore: Redazione

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