Europa poca fiducia e governi in apnea: la settimana scandinava

Pubblicato il 20 Giugno 2013 alle 11:22 Autore: Antonio Scafati
settimana scandinava

Non se la passa bene neanche il governo norvegese del premier Stoltenberg che con l’appuntamento elettorale ormai alle porte (urne aperte il prossimo settembre) si ritrova ancora distante dall’opposizione di centrodestra. Secondo il sondaggio della Avisenes Nyhetsbyrå, i laburisti possono contare sul supporto virtuale del 25,2 per cento degli elettori: era da due anni che il partito non navigava in acque così basse.

La Destra è sempre la formazione politica col maggiore seguito (32 per cento) mentre sta dando buoni risultati l’operazione recupero del Partito del Progresso (19,9 per cento), altro soggetto conservatore che punta a mettere insieme quanti più voti possibile per ritagliarsi un ruolo da protagonista nel prossimo ipotetico esecutivo conservatore. La partita in effetti sembra già chiusa. Lo è? Forse, probabile, ma non certo.

Frank Aarebrot, tra i maggiori esperti di elezioni in Norvegia, sul quotidiano Aftenposten ha ricordato come il partito socialdemocratico possa contare su una riserva di elettori delusi e distanti, ma che sarebbero pronti a tornare a casa nel momento in cui da parte del partito arrivassero politiche chiare, nette, specifiche.

La sfida per il premier Stoltenberg è andarsi a riprendere proprio quei voti. “È il momento di discutere di politica e di far capire ciò che rappresentiamo” ha dichiarato Raymond Johansen, segretario del partito. La volata elettorale dovrebbe incominciare dalla prima settimana di agosto: è quella la data che i vertici laburisti hanno segnato in rosso.

Il Parlamento europeo

Il Parlamento europeo

In Islanda invece arrivano le sollecitazioni di Bruxelles che chiede al governo dell’isola di risolvere in fretta il rebus dei colloqui per l’adesione all’Unione europea, interrotti settimane fa. L’esecutivo di centrodestra ha già fatto sapere di voler rimettere la decisione delle mani dei cittadini (un referendum, per essere chiari) ma è sul quando che a Reykjavík glissano.

L’adesione all’Ue non è una priorità del governo, dice il premier Sigmundur Davíð Gunnlaugsson; Bruxelles risponde che la questione è rimasta in sospeso e andrebbe chiarita. Štefan Füle, commissario europeo per l’allargamento e la politica europea di vicinato, ha dichiarato che è nell’interesse di tutti che questa decisione venga presa in un periodo di tempo limitato.

Gunnar Bragi Sveinsson, ministro degli Esteri islandese, però la pensa in modo diverso: la democrazia ha i suoi tempi e le sue regole. Morale della favola: date certe per il referendum ancora non ce ne sono. E Bruxelles e Reykjavík si allontanano sempre di più.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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