Gioie (poche) e dolori (tanti) dell’uninominale

Pubblicato il 1 Ottobre 2011 alle 12:30 Autore: Gianni Balduzzi
Maggioritario Proporzionale uninominale

3) Circolo vizioso che porta alla diminuzione dell’affluenza: In Inghilterra la maggior parte dei collegi vede lo stesso vincitore da decenni, si tratta di aree con una spiccata tendenza verso un partito, per ragioni storico-sociologiche, e per questo motivo il risultato è scontato in partenza, tale sicurezza sull’esito dell’elezione porta molti elettori, soprattutto del partito perdente, ma non solo, a disertare le urne, essendo il loro voto palesemente inutile, e così il collegio diventa ancora più solido per una parte e ancora meno l’affluenza viene incoraggiata.
In ItaliaQuale interesse avrebbe a recarsi al voto un elettore di centrosinistra (ma non solo) del collegio di Seregno e uno di centro destra (ma non solo) di quello di Empoli sapendo che il loro voto sarà assolutamente inutile? Già si è visto un piccolo effetto simile di rinuncia al voto di fronte a un risultato scontato nelle elezioni regionali 2010 di Veneto e Toscana.

4) Mancata libertà di scelta in base al proprio orientamento: Il sistema uninominale costringe necessariamente a limitare la scelta dell’elettore se non a due a pochissime possibilità, soprattutto se calcoliamo quelle con reali possibilità di affermazione. Questo comporta il fatto che moltissimi elettori non potranno trovare un candidato che rappresenti veramente il proprio orientamento e dovranno accontentarsi o votare il “meno peggio”, a volte solo per sbarrare la strada al partito più odiato (voto tattico e utile) senza poter veramente scegliere. L’elettorato infatti è diviso in molti più orientamenti di quanti sono i 2-3-massimo 4 partiti veramente in competizione in un collegio uninominale. I partiti sono costretti ad essere grandi, uniti e a presentare un solo candidato che però rappresenta solo un orientamento che non accontenta molti elettori della sua stessa forza. In Inghilterra i conservatori moderati europeisti sono in imbarazzo a dover scegliere tra un laburista, un libdem e un falco conservatore euroscettico, e così quelli euroscettici con un conservatore moderato, e allo stesso modo un laburista socialista con un candidato molto blairiano. Il risultato è che oltre a una maggiore astensione, ancora, c’è un aumento di partiti minori, che però non hanno possibilità di vincere e aumentano il numero di voti sprecati ed elettori non rappresentati (UKIP, BNP, Respect).

Maggioritario Proporzionale uninominale
In Italia: Da noi questo problema sarebbe massimo. Abituati a dividerci tra mille correnti, fazioni, sfumature, a tanti partiti e partitini, gli elettori sarebbero ri-costretti a scegliere una sola persona per ogni coalizione, a dispetto del fatto che tali coalizioni rappresentano visioni molto differenti su molti tmei, a volte opposte, così il comunista dovrà votare l’ex democristinao e viceversa, il meridionale nazionalista il leghista e viceversa. E per forza di cose saranno in moltissimi casi candidati “paracadutati” o scelti dall’alto, come nel 1994-2001, perchè le invocate primarie di collegio non potranno essere veramente messe in atto, per il fatto che si tratta di coalizioni tra partiti, e ogni partito vorrà avere tante candidature quanto è il suo peso presunto (dai sondaggi), e sarà difficile pensare che ci siano 80 collegi in Italia dove possa vincere un dipietrista e anche solo 8-9 dove possano vincere verdi o socialisti.
Sempre per l’Italia è da sottolineare che chi vuole rimediare ai difetti dell’uninominale adducendo la presenza di una quota proporzionale non fa altro in realtà che confermare l’inferiorità dell’uninominale stesso.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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