Lele Mora in aula “Ad Arcore abuso di potere e degrado”

Pubblicato il 28 Giugno 2013 alle 17:20 Autore: Alessandro Genovesi

Lele Mora ha rilasciato, nella mattinata odierna, dichiarazioni spontanee in aula durante il processo Ruby bis (quello che lo vede imputato per favoreggiamento ed induzione alla prostituzione assieme a Emilio Fede e Nicole Minetti).

Le dichiarazioni dell’ex manager confermano, grossomodo, tutto ciò che è uscito sui giornali in questi anni : “In questa vicenda ammetto che ci sono state dismisura, abuso di potere e degrado, tre parole che ho letto sui giornali e che condivido”. Il riferimento è al giornalista di Repubblica Giuseppe D’Avanzo, scomparso due anni fa, che questi termini aveva utilizzato in svariati articoli sui presunti festini a luci rosse ad Arcore e sulle pressioni di Silvio Berlusconi sui funzionari della Questura di Milano, beccandosi, come risposta dall’allora premier, l’epiteto di “signor Stalin”.

“È vero” – continua Mora – “ho partecipato alle feste di Silvio Berlusconi ad Arcore, è vero, ho accompagnato alle cene alcune ragazze, ed è anche vero che ho ricevuto un prestito da Berlusconi tramite Emilio Fede che avrebbe salvato la mia società. Ma non ho mai voluto condizionare le ragazze, non ho mai giudicato i loro comportamenti e non ho mai orientato le loro condotte con costrizione”.

C’è spazio anche per le scuse: “Quando sono stato scarcerato pensavo alle tante polemiche che ho fatto contro i giornalisti e i comunisti, con minacce di cui mi vergogno”. “Voglio chiedere scusa a tutti. Il carcere ti obbliga a momenti di rilettura della vita e io voglio uscire da quella bufera infernale che mi ha tolto la luce”. “Mi sono assunto le mie responsabilità per i fatti che mi hanno portato in carcere e per quelli di questo giudizio valuterete voi giudici”.

 

Dichiarazioni forti. Talmente forti che Mora, resosi conto di aver potuto indirettamente arrecare un danno a Silvio Berlusconi, se l’è rimangiate appena ha messo piede fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano. “Ad Arcore non c’è stato niente di male, l’amicizia non è una cosa che uno ti dà, ma si sceglie. Se ho scelto di avere un amico come Berlusconi che ancora credo sia tale e che rispetto, sono orgoglioso di andare a cena da lui se mi invita. Non è uno che fa prostituire la gente” ha detto Mora.

Ai cronisti che lo incalzavano su quel riferimento fatto in aula al “degrado” e all’ “abuso di potere”, l’ex talent scout ha risposto: “Io forse ho sbagliato a non essere più attento, ma ad Arcore non c’è mai stata prostituzione; ho solo detto quello che ha riportato un giornale”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
Tutti gli articoli di Alessandro Genovesi →