Berlusconi, spunta lodo Buemi: “Decadenza per l’interdizione”. Stefàno: “Improcedibile”
L’idea frulla nella testa di Enrico Buemi da giorni. Lui stesso, mentre il segretario del suo partito Nencini aveva annunciato voto a favore della decadenza in aula, ieri aveva risposto “Come voto mercoledì? Bella domanda…” ai giornalisti che gli chiedevano conto della sua condotta e aveva aggiunto “Domani tenete d’occhio il mio intervento” (segno che il “lodo” era già pronto”).
Nella stessa occasione aveva parlato di “accuse ingiuste” pronte a essere smentite e “cambiamenti di regole del gioco a partita in corso” non degni di uno Stato liberale (riferimento al voto segreto). Una posizione molto “socialista”, contrari il giustizialismo specie da Tangentopoli in poi.
Questa soluzione secondo Buemi avrebbe riscosso l’interesse del M5S: però Riccardo Nuti avrebbe detto che “Stare appesi a un delinquente è assurdo”. Soprattutto, il presidente della Giunta, Dario Stefàno (Sel) avrebbe dichiarato il “lodo Buemi” improcedibile: “non è previsto dal regolamento a meno di elementi nuovi che al momento non risultano” come ha dichiarato il senatore M5s Maurizio Buccarella; la stessa cosa aveva detto Felice Casson (Pd) poco prima.
Buemi, inutile dirlo, non è contento: “Con il presidente Stefano mi trovo in una posizione di fortissima dialettica, Lo stimo ma ho citato una molteplicità di casi fin dalla metà degli anni Cinquanta sulla questione dell’applicabilità dell’interdizione: a questo punto, pur ritenendo necessario e auspicabile sentire anche la replica del relatore Augello, sto valutando se adire la Giunta del regolamento di Palazzo Madama“. La partita, c’è da giurarlo, non è finita.
Gabriele Maestri