Le altre elezioni: il caso Basilicata

Pubblicato il 24 Settembre 2013 alle 18:06 Autore: Livio Ricciardelli

Senz’altro l’attenzione mediatica, soprattutto per quanto riguarda le vicende elettorali del 22 settembre 2013, non poteva che concentrarsi sulle elezioni federali in Germania. Elezioni queste, in grado di influenzare le politiche e i destini di un intero continente.

Ma per correttezza, a maggior ragione per un organo di informazione come il Termometro Politico, sempre domenica si sono tenute le elezioni primarie del centrosinistra per quanto riguarda la presidenza della Regione Basilicata. E’ la prima volta che nella “regione rossa” del Sud si sperimenta lo strumento delle primarie per l’individuazione del candidato alla Presidenza della Regione in vista delle elezioni di metà novembre.

A seguito delle dimissioni anticipate del governatore Vito De Filippo i democratici lucani hanno scelto questa strada per individuare il candidato alla carica di Presidente della giunta regionale.

Pittella

In campo due candidati: Pietro Lacorazza, presidente della provincia di Potenza, e sostenuto da gran parte del partito regionale (tra cui il segretario regionale uscente e presidente dei deputati Pd Roberto Speranza) e Marcello Pittella, già assessore alle attività produttive della Regione Basilicata e fratello del più noto Gianni, Vicepresidente Vicario del Parlamento Europeo. La sfida è stata veramente al fotofinish e vinta sorprendentemente da Pittella per poco più di 350 voti rispetto a Lacorazza che comunque ha ammesso la sconfitta nella tarda notte tra domenica e lunedì.

Il voto lucano non è da sottovalutare per vari ordini di motivi: in primo luogo perché ormai si tratta stabilmente della regione dove il centrosinistra ottiene il maggior numero di voti percentuali ogni qual volta si voti per le regionali (nel 2005 fece meglio solo Maria Rita Lorenzetti in Umbria) e si candida ad essere una vera e propria regione “a subcultura rossa” pur con tutte le peculiarità perlopiù dovute alla sua collocazione geografica.

In secondo luogo il voto della Basilicata, come già accaduto altre volte, testimonia la sconfitta del candidato ufficiale del partito più in linea con la gestione passata di De Filippo (giusto ricordare come l’ex governatore sia anche il reggente del Partito regionale a seguito delle dimissioni di Speranza).

Infine, la vittoria di Marcello Pittella può avere un’influenza anche a livello nazionale. Il fratello Gianni Pittella, infatti, si trova di fronte ad una battaglia analoga, concorrendo per la segretaria del Pd. Indiscrezioni giornalistiche sostengono che la candidatura di Pittella sia finalizzata a rafforzare, attraverso un lavoro di interposizione, la figura di Matteo Renzi nel meridione d’Italia dove ottenne le percentuali più basse nel corso delle ultime primarie del 2012.

Non è dunque detto che Pittella, anche alla luce del buon risultato del fratello, possa rafforzare il suo potere contrattuale (teso a stringere accordi con altri candidati: giusto ricordare come Pittella sia stato uomo-macchina sia per Letta alle primarie del 2007 sia per Bersani a quelle del 2009) o  addirittura rinunciare alla corsa avendo ottenuto un obiettivo politico in grado di migliorare la sua immagine in vista delle elezioni europee del prossimo anno.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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