Letta a Washington incontra il presidente Usa Obama “Impressionato dalla sua integrità”

Pubblicato il 17 Ottobre 2013 alle 19:39 Autore: Gabriele Maestri

Letta a Washington incontra il presidente Usa. Obama “Impressionato dalla sua integrità”

L’Italia sta andando nella giusta direzione con le riforme, per stabilizzare le finanze. Lo ha detto il presidente Barack Obama nel suo incontro a Washington con il premier Enrico Letta.

Mentre in Italia continuano le polemiche per il contenuto (insufficiente per molti) del disegno di legge di stabilità presentato ieri, Obama si congratula con Letta proprio per quel documento, oltre che per la fiducia incassata da poco. Dal presidente degli Stati Uniti un complimento molto significativo al capo del governo italiano:  Non potrei essere più impressionato dalla sua integrità e leadership“.

obama parla

Anche Letta, ovviamente, ci mette del suo e nella conferenza stampa che segue l’incontro personale lo dimostra: “L’accordo raggiunto negli Stati Uniti sul tetto del debito – ha detto – stabilizza i tassi di interesse ad un livello basso e questo è positivo per l’Italia”. E sempre sui tassi, il capo del governo ha fatto un esempio legato proprio all’Italia, per confermare quanto detto da Obama sulla “giusta direzione” intrapresa: “I tassi di interesse ieri in Italia hanno toccato il livello minimo da due anni: è un importante traguardo, dobbiamo continuare su questa strada“.

E, quasi a voler rassicurare il capo della Casa Bianca e altri partner internazionali, Letta ha anche guardato al futuro dell’Europa tracciando un impegno per l’Ue e per l’Italia: “La prossima legislatura europea deve essere basata sulla crescita e noi italiani lavoreremo sodo perché la crescita è la mia priorità“. Obama, in qualche modo, ricambia il favore: “L’Europa per noi è importante ed è al centro dei nostri interessi: se sta bene l’Europa è positivo anche per noi. Non siamo parte dell’Europa ma per tutti noi è importante ed è al centro dei nostri interessi”.

I complimenti manifestati dal presidente degli Stati Uniti nei confronti dell’Italia, peraltro, non si sono limitati a un apprezzamento nei confronti di Letta e della sua politica (e non si sono limitate ai convenevoli e alle lodi nei confronti della Toscana, per cui “Letta non dovrà convincermi per tornarci, io e Michelle ci siamo stati e abbiamo visto quanto sia meravigliosa”): in particolare per Obama le truppe italiane sono state “straordinarie” per contribuire a rendere l’Afghanistan più sicuro.

Letta

“Siamo grati per l’amicizia che c’è tra noi e l’Italia, la nostra non è solo un’amicizia tra leader, dietro c’è della storia – ha aggiunto il presidente americano -. I nostri rapporti continueranno ad essere rafforzati, mai sminuiti, e continueremo a lavorare insieme”. Ciò vale, a quanto pare, soprattutto per gli oltre 30mila impiegati delle Forze Armate Usa (tra militari e civili e le loro famiglie) ospitati dall’Italia nelle basi di tutto il paese, “cruciali nella protezione del personale e delle strutture americane in Nord Africa, in particolare in tempi come questi di instabilità accresciuta”.

C’è stato spazio anche per considerazioni di rilievo internazionale: se per Obama, assieme agli Stati Uniti, il Regno Unito e la Turchia, l’Italia svolge un ruolo di guida nell’assistenza alla Libia nei suoi sforzi di recupero della sicurezza e di ricostruzione delle sue istituzioni, Letta ha sollevato l’attenzione sulle tragedie dei migranti. “Non vogliamo – ha detto – che il Mediterraneo sia il mare della morte”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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